La campagna referendaria ha avuto tono molto aspri nei confronti della comunità Lgbt, tanto che Amnesty ha denunciato una grave mancanza sul terreno dei diritti civili e casi di discriminazione nei confronti di omosessuali. D’altronde, ad appoggiare la modifica costituzionale, sono stati i principali partiti politici, la maggior parte, con rappresentanze nel Parlamento di Bucarest, supportate da gruppi conservatori che hanno distribuito volantini sui mezzi pubblici e nei negozi, contravvenendo alle leggi in materia. Sui social, tanti i post, dai toni pesanti: “se non voti, due uomini potranno adottare tuo figlio”, recita uno dei manifesti.
Sulla questione la premier romena, Viorica Dancila, ha cercato di spegnere le polemiche, ribadendo che “il referendum non è contro le minoranze sessuali”, ma in molti nella comunità Lgbt e tanti giovani elettori sono convinti che sia un modo strumentale per coprire le accuse di corruzione, piovute su alcuni membri del governo di Bucarest.
C'è timore infine, che un eventuale esito positivo, possa portare a campagne dai toni sempre più conservatori, anche nei confronti dell’educazione sessuale e dell’aborto.
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