Putin, bombe nelle lavatrici e finti cartelli stradali che portano a campi minati: le trappole dei russi dopo la ritirata da Kherson

La città meridionale è stata occupata in tutto per 7 mesi: da marzo a novembre

Bombe nelle lavatrici e cartelli stradali che portano a campi minati: le trappole dei russi dopo la ritirata da Kherson
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Lunedì 12 Dicembre 2022, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 17:39

A un mese dalla ritirata russa dalla città di Kherson la situazione non sembra ancora del tutto tranquilla. Abbandonare una delle città dove i russi avevano maggiormente concentrato la loro forza bellica dell'inizio dell'invasione, è stato per Putin un colpo dritto al cuore della sua strategia militare. Nonostante i russi non siano più presenti fisicamente nella regione bagnata dal fiume Dnipro, i segni della loro permanenza sono invece ancora pericolosamente tangibili.

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Fuga da Kherson: le trappole lasciate dai russi dopo la ritirata

La città meridionale è stata occupata in tutto per 7 mesi da marzo a novembre, mese che ha sancito la definitiva ritirata da quelle zone dei soldati "marchiati" con la Z. Una fuga, quella dei battaglioni del Cremlino che si è lasciata dietro una scia di sangue che ha rivelato potenziali crimini di guerra, ma non è finita qui.

I russi, nonostante la ritirata, hanno continuato a bombardare la città di Kherson, costringendo ancora una volta numerosi residenti a fuggire nel mezzo del freddo glaciale, che ogni anno in questo periodo si abbatte sull'Ucraina, se poi consideriamo che oltre metà dei territori di Kiev sono al buio e senza energia, la sopravvivenza al binomio freddo/guerra diventa estremamente complicata.

Purtroppo le situazioni tragiche per i cittadini di Kherson e provincia non sono finite qui. Ad aggiungersi a un quadro già tremendamente compromesso ci sono infatti le trappole esplosive che i russi hanno disseminato lungo tutto il territorio di Kherson prima della loro fuga.

La notizia è stata riportata da Associated Press, secondo cui, alcune trappole includevano finti cartelli stradali con su scritto "Pericolo Mine", indirizzando le persone lontano dalla strada percorsa per mandarle su altre laterali, fino ad arrivare incosapevolmente su campi minati appositamente camuffati dai soldati russi. Diversi membri del servizio di sicurezza ucraino e della polizia sono stati purtroppo uccisi in questo modo.

«Per darvi un'idea: durante questo mese abbiamo trovato e rimosso diverse tonnellate di mine», ha detto ad AP un membro del servizio di sicurezza ucraino della squadra di sminamento, aggiungendo che «le mine erano sparse su quasi 10 chilometri quadrati». Le squadre di sminamento stanno ancora lavorando per ripulire la città dalle trappole lasciate dai russi, come esplosivi lasciati nelle buche o sepolti nel terreno, lavoro reso molto più difficoltoso a causa della presenza di neve e fango.

I russi purtroppo non hanno "piantato" solo mine: in una delle due stazioni di polizia della città, usata dai soldati di Putin come luogo di tortura (questo secondo quando fatto sapere dalle autorità ucraine) c'erano così tante trappole esplosive che le squadre incaricate di disinnescarle non sarebbero state in grado di entrare. Addirittura in un'abitazione privata è stata trovata una bomba a mano attaccata all'oblò di una lavatrice in modo tale da esplodere alla sua apertura. 

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