«La Terra soffre per l'attività degli esseri umani e questo si vede molto bene dai satelliti, per esempio dall'innalzamento del livello dei mari, dallo scioglimento dei ghiacciai e dall'agricoltura che minaccia le foreste -, afferma Josef Aschbacher, direttore dell'Esrin e delle attività di osservazione della Terra dell'Esa -. Con questa conoscenza cosa si può fare per mantenere un pianeta vivibile? Questa è la domanda che si devono porre i politici e la società». L'Esa, dal canto suo, cercherà di fornire sempre più dati: a fine 2020 lancerà il satellite Sentinel 6, che andrà ad aggiungersi agli altri sette satelliti di Copernicus già in orbita. Poi lavorerà a tre nuove missioni, chiamate 'Earth Explorers', che saranno lanciate tra il 2022 e il 2023. «Avremo Biomass, che misurerà la biomassa delle foreste globali - spiega Aschbacher -. Poi Flex, che misurerà l'attività fotosintetica, per scoprire la sofferenza delle piante prima ancora che mostrino segni visibili. E infine EarthCare, che farà un bilancio della radiazione solare in atmosfera, per capire meglio i cambiamenti climatici»
© RIPRODUZIONE RISERVATA