Vaccino Covid, tra i nativi americani adesioni al 75%: «A spingerli è il senso di comunità»

Covid, i nativi americani in campo per la vaccinazione: «Non lo facciamo per noi, ma per la nostra comunità»
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Lunedì 1 Febbraio 2021, 20:34

I nativi americani sono più propensi a ricevere il vaccino anti Covid: lo rivela un rapporto pubblicato dall'Urban Indian Health Institute di Seattle e la notizia è stata riportata dal quotidiano The Seattle Times. In particolare il sondaggio rivela che su un campione di 1.435 nativi, distribuiti in 46 dei 50 Stati, il 75% sarebbe disposto a ricevere il farmaco: si tratta di una percentuale piuttosto alta. Il direttore dell'istituto, Abigail Echo-Hawk, che fa parte del Seattle Indian Health Board, ha commentato il dato sottolineando che - a differenza di importanti fette della società americana - tra i nativi americani il senso di comunità è molto sentito e sarebbe proprio questo a spingerli a farsi vaccinare. L'indagine ha portato quindi a considerare che fondare la campagna vaccinale coinvolgendo la popolazione in base alle differenti comunità che la compongono anziché sulla responsabilità individuale potrebbe rivelarsi un approccio più efficace.

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Queste le parole di Abigail Echo-Hawk: «Il resto della nazione dovrebbe guardare la comunità nativa, la messaggistica, e la coesione che abbiamo nel prendere queste decisioni a nome di un'intera comunità», ha commentato l'attivista americana.

Nonostante un'iniziale diffidenza, sembra che le realtà tribali stiano man mano interiorizzando l'importanza della vaccinazione collettiva. Forse per via del fatto che il coronavirus li colpisce maggiormente, rispetto al resto della popolazione UsaSecondo il Centers for Disease Control and Prevention, infatti, i nativi americani hanno una probabilità di contagiarsi superiore di 3,5 volte rispetto ai bianchi. E il rischio di morire per loro è di 1,8 volte più alto.

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Un fenomeno aggravato da un tenore di vita sensibilmente più basso e da un minor accesso alla sanità pubblica: «Siamo più a rischio perché siamo nativi che vivono negli Stati Uniti, dove abbiamo sperimentato questo tipo di oppressione negli ultimi 500 anni» ha dichiarato Echo-Hawk.

Povertà, discriminazione e razzismo sarebbero dunque alla base di una maggiore diffusione del Covid. Un fenomeno che sta spingendo le tribù ad organizzarsi per sensibilizzare sempre di più sull'importanza del trattamento di massa. Il Seattle Times rivela che solo durante il fine settimana, negli Stati Uniti sono state somministrate quasi 3.000 dosi del vaccino di Pfizer-Biontech: della distribuzione si è occupato il Muckleshoot Health and Wellness Center.

Nel frattempo stanno prendendo piede anche altre campagne, gestite principalmente da organizzazioni legate all'attivismo: «Cerchiamo di prenderci cura delle persone. La generosità è un valore molto importante per noi. È così che noi misuriamo la ricchezza», ha dichiarato Donny Stevenson, vice presidente della Muckleshoot Indian Tribe. Esther Lucero, amministratore delegato del Seattle Indian Board, recentemente ha ricevuto il vaccino Moderna: è stata la prima della sua realtà e ha spiegato che il suo gesto è servito per sensibilizzare e proteggere prima di tutto gli anziani, che spesso sono gli unici rimasti a parlare le lingue d'origine. «Non ci vacciniamo per noi stessi - ha concluso Lua Belgarde, uno degli avvocati del Seattle Indian Health Board - ci vacciniamo per la nostra comunità».

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