Biden ha vinto, e bene. Ma ora deve guardare avanti. Lo ha detto lo stesso deputato James Clyburn, il più importante leader nero democratico al Congresso, che lo ha appoggiato e indubbiamente contribuito alla sua vittoria: «Non potevo dirlo prima, ma adesso è mio dovere raccomandargli di riorganizzare la campagna, e riorganizzare la raccolta di finanziamenti». I commentatori sono stati unanimi: Biden è stato al fianco di Obama, e gli elettori di Obama sono stati al suo fianco. Il 60 per cento dei voti degli afro-americani della Carolina del sud sono andati a lui.
Chi dava la candidatura di Biden oramai boccheggiante deve dunque ricredersi. Dopo la sconfitta in Iowa e New Hampshire, non c’è dubbio che abbia invece avuto una ripresa, con il secondo posto in Nevada e questa vittoria in Carolina del sud. A parte il sostegno degli afro-americani, molti pensano che Biden debba la ripresa alla paura che la maggioranza moderata nel partito sta sentendo all’idea che la nomination vada a Bernie Sanders, il senatore del Vermont, dichiaratamente socialista, le cui proposte di riforma sono dai più considerate estreme. In un comizio la sera prima del voto, una elettrice ha chiesto a Biden: «Che cosa la spinge? Lei non sembra avere lo stesso fuoco di Bernie Sanders» La sua risposta ha riscosso una standing ovation: «il fatto che non grido e non mi agito come Bernie non vuol dire che non ho il fuoco in me. Ho un infuocato bisogno di riportare dignità e onore alla Casa Bianca».
Adesso tuttavia bisogna vedere se la truppa dei candidati moderati si assottiglierà e Biden potrà attirare su di sè le preferenze dei democratici centristi, preferenze al momento sparpagliate fra l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, l’ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg, la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar e il milionario Tom Steyer. La stessa Elizabeth Warren potrebbe ritirarsi, ma è improbabile che lo faccia prima dell’appuntamento del prossimo martedì, quel Super Tuesday in cui votano 14 Stati e sono in ballo un terzo dei delegati.
Solo dopo martedì sapremo se l’avanzata di Bernie è stata rallentata dalla vittoria di Biden in Carolina del sud, se le spese faraoniche di Bloomberg gli frutteranno davvero dei voti, e se gli altri candidati abbiano un seguito serio e abbiano ancora qualche reale speranza di ottenere la nomination.
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