Come il Bataclan. Oltre sessanta morti, 150 feriti, anche bambini. Un attentato terroristico di una ferocia che ha pochi precedenti, che semina caos e paura a Mosca e lascia nella notte un gigantesco teatro in fiamme. Una decina di persone sono state trovate senza vita in un bagno, dove si erano rifugiate. Alcuni non sono stati uccisi dai colpi dei fucili automatici dei terroristi, ma dall’intossicazione per il fumo dell’incendio. Baza, un canale Telegram, nella notte ha affermato che i morti accertati erano 62 ma che vi erano ancora zone del teatro da controllare (il dato ufficiale delle autorità era fermo a 40). I terroristi hanno agito, vestiti con la tuta mimetica, in cinque o sei, sul numero ancora non c’è certezza. Hanno sparato alla cieca sulla folla, fatto esplodere una o più granate. Chi scappava a volte trovava le porte chiuse: una trappola. «Ho visto mio marito morire, lo hanno giustiziato a bruciapelo», ha detto una donna. Su un cadavere un medico di un’ambulanza ha trovato dell’esplosivo; è riuscito a dare l’allarme evitando altre vittime. Le autorità ieri sera hanno parlato di caccia ancora in corso. Secondo Ria Novosti i terroristi sono fuggiti su una Renault bianca con la quale erano arrivati (in un video si vede che scendono e cominciano a sparare). In sintesi: hanno evitato i controlli e sono scappati. Come mai non sono stati fermati all’ingresso? Come mai non sono stati catturati al termine del raid? Eppure, il 7 marzo l’Ambasciata Usa aveva avvertito i cittadini americani in Russia che c’era il pericolo di attentati; gli Usa avevano girato l’informazione anche al Cremlino. Secondo il New York Times «a marzo l’intelligence statunitense ha ricevuto informazioni che la filiale del gruppo in Afghanistan, nota come Vilayat Khorasan, dello Stato Islamico stava pianificando un attacco a Mosca». Putin aveva bollato le informazioni americane come «provocazione». Poche ore prima dell’attentato le forze di sicurezza russe avevano eseguito arresti di presunti terroristi legati allo Stato islamico. E in serata è stata diffusa la rivendicazione dell’Isis (tutta da verificare). Nella prima lista ufficiosa delle vittime compaiono anche due bambini di 8 e 11 anni, ma non ci sono state conferme.
Terrore
Dai video che subito dopo l’attacco viaggiano in rete, su Telegram e su Twitter, i frammenti di quanto successo a 30 chilometri della piazza Rossa. Prima clip: a decine fuggono e si raggruppano in un angolo dell’atrio del teatro alla periferia di Mosca: due uomini armati, con fucili automatici, volto coperto e zainetti sulle spalle senza pietà sparano, a raffica. A caso. Sparano nel mucchio. La struttura è enorme, da un altro video, da un altro punto di osservazione, nelle file di poltroncine che si trovano su un piano rialzato, gli spettatori all’inizio non comprendono cosa sta succedendo nella parte inferiore, qualcuno continua a filmare con uno smartphone, poi però si sentono, distinti e spaventosi, i colpi di arma da fuoco e comincia la fuga. Panico e terrore. Nuovo video all’esterno della struttura: mostra diversi cadaveri sul marciapiedi. L’enorme teatro brucia, crolla una parte del tetto. Tutto è successo poco prima delle 20 ora locale (le 18 in Italia) alla sala concerti Crocus City Hall, nella zona di Krasnogorsk, trenta chilometri a Nord Ovest della piazza Rossa, dove c’erano oltre seimila spettatori di tutte le età, anche anziani e bambini. L’attacco è una sfida a Putin, a pochi giorni dalla sua rielezione, serve a dimostrare, nella logica perversa e crudele dei terroristi, la debolezza dei sistemi di sicurezza dello Zar. Il ricordo va al 2002, al teatro Dubrovka e all’assalto di 40 ceceni, alla risposta delle autorità russe che nel blitz per liberare gli ostaggi causò almeno 200 morti. Ma l’assalto al Crocus City Hall di ieri sera, per la modalità e la tipologia, in fondo ricorda più il Bataclan, la sala concerti parigina dove un attentato dell’Isis uccise 90 persone.
Torniamo a Mosca.
Testimoni
La Bbc intervista uno degli spettatori: «Eravamo al piano di sopra.
Avvertimento
In serata è intervenuta la premier Giorgia Meloni: «L’orrore del massacro di civili innocenti a Mosca è inaccettabile. Ferma e totale condanna del Governo italiano a questo efferato atto di terrorismo. Esprimo la piena solidarietà alle persone colpite e ai familiari delle vittime». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Il crudele attentato terroristico consumato a Mosca invoca la più ferma condanna». Il pensiero va all’avvertimento del 7 marzo dell’Ambasciata americana rivolto ai cittadini statunitensi presenti a Mosca: tenetevi lontano dai luoghi affollati perché si temono attentati terroristici. I Picnic erano stati banditi dall’Ucraina dopo che avevano tenuto otto anni fa un concerto nella Crimea occupata, ma davvero sembra difficile fare risalire una operazione di questo tipo a frange ucraine. Il sito Meduza racconta che «poco prima dell’attacco terroristico, l’FSB ha effettuato arresti di terroristi dello Stato islamico». Putin «è stato informato dell’attacco» fa sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Per lo Zar rischia di aprirsi un altro drammatico fronte interno.