Attentato a Mosca, l'Isis rivendica l'attacco: possibile una ritorsione contro Putin per il pugno duro in Cecenia e Inguscezia

L’allarme degli 007 americani: «Attenti ai grandi assembramenti, concerti inclusi»

Attentato a Mosca, l'Isis rivendica l'attacco: possibile una ritorsione contro Putin per il pugno duro in Cecenia e Inguscezia
di Marco Ventura
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Venerdì 22 Marzo 2024, 20:08 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 12:23

Torna l’ombra della jihad ed è strage. Dopo quattro ore dall’attentato al Crocus City Hall, nel cuore della capitale russa, è arrivata la rivendicazione dell’Isis, ma sull’autenticità non ci possono essere certezze. Fra le matrici al vaglio degli investigatori di tutto il mondo, quella islamista è stata da subito la pista privilegiata. Un’altra sanguinosa tacca in una guerra che da sempre contrappone lo Stato centrale, Mosca, e le Repubbliche a maggioranza musulmane, in particolare caucasiche: Inguscezia e Cecenia. Se quest’ultima guerra, e il pugno di ferro di Kadyrov sodale di Putin, hanno normalizzato una situazione in cui il fuoco cova sotto la cenere, in Inguscezia, Repubblica cuscinetto tra Ossezia del Nord e Cecenia nell’area caucasica, di recente l’antiterrorismo dello Zar aveva dovuto potenziare la repressione. Per non parlare dei complotti sventati non lontano da Mosca di gruppi legati allo Stato islamico afghano, pronti a colpire una sinagoga. 

Attentato Mosca, almeno 40 morti e 100 feriti nella sala da concerto

Le indagini

Le indagini adesso sono aperte per terrorismo.

Kiev si affretta a negare ogni coinvolgimento per bocca del consigliere stretto di Zelensky, Podolyak, come ribadito dagli Stati Uniti per cui l’Ucraina non ha nulla a che vedere con la strage del Crocus City Hall. Ma gli americani qualcosa devono sapere se lo scorso 7 marzo, in un’allerta sul sito dell’Ambasciata avevano messo in guardia espressamente sui concerti. «L’Ambasciata - recitava la breve nota, ripresa poi dalle rappresentanze europee compresa quella italiana - sta monitorando report per cui degli estremisti hanno piani imminenti per colpire grandi raduni a Mosca inclusi concerti e i cittadini Usa devono stare sull’avviso evitando assembramenti nelle prossime 48 ore». 

 

Il report

Più o meno l’avvertimento rilanciato dopo il massacro. Le istruzioni: evitare la folla, monitorare i media locali per aggiornamenti, stare attenti a ciò che succede intorno. Ma il portavoce del Consiglio di sicurezza Usa, John Kirby, smentisce collegamenti con i fatti di ieri, su cui «non mi risulta che avevamo informazioni», dice. Ora si guardano e riguardano i video per verificare se i jihadisti avessero o no la barba.

 

 

 

Video

 

La strage

Pure la scelta dell’obiettivo, una sala concerti, rimanda ad azioni stile Bataclan. Opera normalmente del jihadismo. Kalashnikov, bottiglie incendiarie e un’automobile farcita di esplosivo confermano l’impressione, in assenza di rivendicazioni (altro indizio). Gli 007 vanno a scavare nei raid compiuti di recente dalle unità antiterrorismo russe in Inguscezia, con scontri a fuoco. Si studiano i record su precedenti attentati. Nel 2017, quattordici vittime in un’esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo, 34 in un attacco kamikaze a Volgograd nel 2013, prima delle Olimpiadi invernali di Sochi, 30 in un’azione simile nel 2011 all’aeroporto Mosca-Domodedovo. Due i fattori che potrebbero aver provocato un revival di stragismo islamista: la guerra in Ucraina (Putin ha mandato al fronte soldati delle Repubbliche più povere, tra cui le islamiche) e il 7 ottobre seguito dall’attacco israeliano a Rafah. C’è chi ricorda la strage in Iran per la commemorazione dell’ex capo dei pasdaran, attribuita a fazioni islamiste sunnite dell’Afghanistan. L’internazionale jihadista è pur sempre all’opera. I servizi segreti ucraini, invece, puntano l’indice su Putin: l’attentato sarebbe una provocazione del Cremlino e l’ex presidente russo, l’incendiario Medvedev, non perde l’occasione per assicurare che tutti i leader ucraini verranno uccisi se si scoprirà che sono stati loro a ordinare il massacro. 

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