All'indomani dell'operazione militare israeliana nell'ospedale di Al Nasser a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza - dove sono stati arrestati decine di terroristi che hanno confessato di aver partecipato al pogrom del 7 ottobre e dove sono state trovate scatole di medicinali con su scritto i nomi di alcuni dei rapiti israeliani - c'è chi ha chiesto che tutti «gli attacchi deliberati contro le strutture sanitarie e gli operatori umanitari siano definiti crimini contro l'umanità a tutti gli effetti». Ad alzare il tiro rispetto alle parole del segretario dell'Onu Antonio Guterres che si era limitato a ribadire che gli ospedali devono essere tenuti fuori dai combattimenti, è stato l'Ordine di Malta che da Monaco, alla Sessantesima Conferenza sulla sicurezza, ha lanciato un accorato appello per la protezione degli operatori umanitari nelle zone di conflitto.
«Il nostro Ordine, con il suo status internazionale, ha dedicato tutta la sua esistenza, ormai più di 900 anni, a dimostrare che il significato della sua diplomazia umanitaria è quello di fornire assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno, indipendentemente dalla loro provenienza, dal loro sesso o dal loro credo» ha detto il gran cancelliere Paternò.
Nel capoluogo bavarese ha preso il via la Conferenza sulla sicurezza di Monaco (Msc), il più importante incontro mondiale di politici ed esperti di politica di sicurezza con la partecipazione di decine di capi di Stato e di governo e ministri.
I temi principali che sono al centro dei colloqui sono i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.