Politecnico di Milano, le donne hanno voti migliori ma guadagnano di meno

Ferruccio Resta rettore del Politecnico di Milano
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Giovedì 4 Luglio 2019, 16:37

Sono meno dei ragazzi, ma hanno voti migliori di loro e abbandonano gli studi più raramente, eppure le studentesse del Politecnico di Milano, una volta laureate, fanno più fatica a trovare un lavoro, soprattutto se a tempo indeterminato e ben retribuito. È questa la fotografia scattata dal primo bilancio di genere dell'ateneo milanese, presentato in occasione del Pop Day, la giornata che il Politecnico ha voluto dedicare ai temi del benessere, della diversità e dell'inclusione. «La questione di genere - ha spiegato il rettore Ferruccio Resta - era un tema che non ci rendeva soddisfatti e per questo abbiamo deciso di essere particolarmente sensibili, investendo soldi e potenziando tutte le azioni necessarie per arrivare a un bilancio. I risultati che presentiamo purtroppo non ci rendono ancora soddisfatti, anche se l'importante è riconoscere che ci sono ampi margini di miglioramento e continuare a lavorare».
L'occupazione
Dal 2000 a oggi, infatti, la percentuale di donne al Politecnico è aumentata di circa l'8 per cento sia tra le studentesse, che all'interno del corpo docente. Eppure persistono ancora luoghi comuni e diversità di trattamento nel mondo del lavoro, che segnano un profondo divario tra i due generi: a 12 mesi dalla laurea magistrale (dati 2016) le donne occupate o che proseguono gli studi sono meno degli uomini in tutti i settori disciplinari (85 per cento contro l'86,2 in Architettura; 88,7 contro il 93,8 in Design; 94,6 contro 96,3 in Ingegneria). Le differenze aumentano dopo il dottorato (a essere occupate sono l'89,9 per cento delle donne, contro il 95,5 per cento degli uomini) e se si prendono in considerazione i contratti a tempo indeterminato: a 12 mesi dalla laurea magistrale ne ha sottoscritto uno il 47,4 per cento delle laureate in Ingegneria contro il 57 per cento degli uomini e il 22,2 per cento delle laureate in Architettura, contro il 25,7 per cento degli uomini. Fa eccezione solo il Design, con una percentuale di laureate impiegate a tempo indeterminato a un anno dalla laurea (44,6) superiore a quella dei colleghi uomini.
I guadagni
Il divario poi è anche a livello retributivo: il 91,2 per cento delle donne guadagna meno di 2.000 euro, contro l'84,66 per cento degli uomini. E la percentuale di coloro che guadagnano più di 3.000 euro, comunque esigua, è doppia tra gli uomini (3,88) rispetto alle donne (1,62). «Stiamo facendo con le ragazze corsi di leadership e di contrattazione: cerchiamo di lavorare per renderle consapevoli che affronteranno già una difficoltà prima di cominciare», ha spiegato il pro rettore del Politecnico, Raffaella Sciuto.

«Nonostante le aziende sostengano che loro non fanno differenza - ha aggiunto - i dati sono chiari». In effetti la disparità di opportunità lavorative non può certo essere giustificata dai risultati ottenuti dalle studentesse: ad Architettura le laureate triennali ottengono un voto medio di 102 e i laureati di 100,3 e quelle magistrali di 106,7 contro i 105,4 dei ragazzi; a design le studentesse prendono in media 101 alla triennale e 106,5 alla magistrale, contro i 99,6 e 105,9 dei ragazzi; a Ingegneria le ragazze si laureano con un voto medio del 94,5 alla triennale e del 103,2 alla magistrale, contro il 93,7 e il 102,1 degli studenti. Le ragazze ottengono risultati migliori e sono più costanti: tra il 2000 e il 2012 i loro tassi di abbandono sono stati consistentemente già bassi rispetto ai colleghi maschi.  «I generi - ha spiegato Sciuto - sono indistinguibili tra loro: non ci sono differenze sostanziali nel lavoro che le donne producono rispetto agli uomini, però c'è ancora una differenza in termini di promozione». (segue) (Rem) NNN

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