«Mi hanno tolto mio figlio di tre anni, sono una mamma disperata e lotto per riaverlo»

«Mi hanno tolto mio figlio di tre anni, sono una mamma disperata e lotto per riaverlo»
di Elena Panarella
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Venerdì 5 Luglio 2019, 18:58
«Sono una madre disperata che lotta per riavere suo figlio», così Carla (il nome è di fantasia) racconta la sua disperazione. Dopo lo scandalo dell’Emilia Romagna, un altro caso di «discrezionalità ad opera di assistenti sociali senza scrupoli che abusano del loro potere per sottrarre minori alle famiglie». E aggiunge: «Il 7 giugno gli assistenti sociali di un comune del Lazio hanno prelevato in maniera coatta e ingiustificatamente mio figlio di 3 anni dall’asilo per portarlo in ambiente protetto».

Tra i genitori è in corso una giudiziale con episodi conflittuali comuni a quel tipo di separazione, a cui comunque il bambino è estraneo perché «curato, amatissimo e felice». Lei ha reagito a comportamenti aggressivi del marito, denunciandolo, mai poteva immaginare che sarebbe finita così. «Dopo un unico incontro di un’ora con gli assistenti sociali, dove peraltro annunciavo il desiderio del riavvicinamento geografico al padre con un imminente trasferimento a Roma dove lui lavora, risiede e vive e dove pure io risiedo, lavoro, e ho vissuto dal 1999 al 2018, con sicuro giovamento per il bambino, suddetti assistenti sociali hanno provveduto alla ricollocazione del piccolo in casa famiglia». E così per dieci giorni i genitori non hanno capito il perché del prelievo, mentre il bambino ha continuato a chiedere disperato di tornare a casa, spaventato, traumatizzato e disorientato, «letteralmente strappato alla famiglia in tenerissima età».
IL PIANTO
«Mamma quando vieni a prendermi, io non voglio stare qui. I bimbi in punizione vanno a letto presto», ripete il piccolino in lacrime ogni giorno. La relazione dell’assistente sociale, che in un’ora ha deciso del destino del bambino e della sua famiglia argomentava l’intervento 403 (provvedimento d’emergenza e su unica iniziativa dell’assistente sociale che lo richiede), «con falsità, valutazioni sommarie e manipolazioni senza contraddittorio - sottolinea Carola, professionista della comunicazione - che comunque non hanno alcuna attinenza con quanto previsto da suddetto articolo, che dovrebbe essere attuato solo in estrema ratio e cioè in caso di prostituzione, abuso fisico e morale, uso di stupefacenti e atti pornografici davanti a minore in flagranza di reato». Può essere una madre dichiarata genitore incapace per la reazione a un’aggressione dell’ex marito? E possono entrambi i genitori essere puniti con la sottrazione immediata e non motivata del figlio? Ma c’è di più il bambino, cagionevole di salute, allergico e soggetto a convulsioni febbrili è stato prelevato senza che fosse richiesta scheda medica e informazioni sul suo stato di salute, informazioni che la mamma ha potuto fornire soltanto il 12 giugno. Intanto pediatra, maestre e vicini, scioccati dall’accaduto, si sono adoperati per sottoscrivere relazioni che certificano le capacità genitoriali e le ottime condizioni psico fisiche del bambino.
LA RELAZIONE
«Il Tribunale dei Minori di Roma, ha confermato l’affidamento ai servizi sociali - spiega questa mamma che non sa più come uscire da questo incubo - nonostante la residenza di entrambi i genitori sia a Roma, con una data fissata al 30 settembre, periodo nel quale i genitori, se non ci fossero cambiamenti, potranno vedere il figlio di soli 3 anni e due mesi una sola ora a settimana, operazione conosciuta anche con il nome inquietante di “resettaggio”. Questo con incalcolabili conseguenze per il benessere morale e psichico del bambino, e in attesa di ulteriori provvedimenti»
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