Edi affrontava il dolore con ironia, sorriso, ma soprattutto fede. sicologa, educatrice e artista. Ha lasciato un po’ di sé nel mosaico he circonda il tabernacolo della chiesa del Cristo Divino Lavoratore, a stessa dove domani alle 14 saranno celebrati i funerali. A icordarla è proprio don Giancarlo Sbarbati. «Era un’artista, aveva studiato come mosaicista a Ravenna - racconta il sacerdote - le proposi di realizzare qualcosa in chiesa per darle una meta, un qualcosa che le impedisse di pensare alla malattia». Quel sole fatto di tasselli d’oro zecchino che si staglia alla sinistra dell’altare è invece diventato il suo testamento. «rappresenta la forza della vita che si espande su tutte le persone».
Edi era figlia di un ufficiale della Marina. Sposata con Giuseppe, non ha avuto figli. La gioventù trascorsa con il gruppo di amici alla galleria Dorica, poi la decisione di studiare psicologia e il servizio come educatrice per disabili alla cooperativa diurna “Il Sole”. Quattro anni fa ha scoperto la malattia. «L’ho vista per l’ultima volta quattro giorni fa- racconta ancora don Giancarlo- le ho detto di stare serena, lei mi ha risposto “dentro sto benissimo”».
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