Violenza sulle donne, l'allarme del Questore di Latina: «Un caso ogni giorno»

Violenza sulle donne, l'allarme del Questore di Latina: «Un caso ogni giorno»
di Fabrizio Scarfò
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 12:53

Una donna arriva trafelata in questura. Vi parcheggia davanti, al volante di un'auto con il lunotto posteriore in frantumi, distrutto dal suo compagno poco prima che riuscisse a fuggire via da lui. «Mi ha aggredita» esclama agli agenti, che raccolgono la sua denuncia. È solo uno dei centinaia di casi di violenza raccontato ieri durante l'incontro "Questo non è amore", organizzato dalla polizia di Stato all'istituto Einaudi-Mattei in occasione della settimana della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

E' il primo appuntamento di una serie di iniziative pensate dalla Questura di Latina per informare e sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere: un fenomeno odioso, strutturale, pervasivo, di cui, come sottolineato dal questore Raffaele Gargiulo, nell'ultimo anno si è registrato praticamente un caso al giorno. Polizia, istituzioni, professionisti del settore. Al tavolo allestito nell'aula magna della scuola superiore di piazza Aldo Manuzio si è riunito un parterre di esperti che ha dialogato con i ragazzi, ciascuno portando la propria testimonianza. Vicino a loro Alina, Desirée, Anna, Giulia, Erika: solo alcune delle donne uccise in Italia da compagni violenti, i cui nomi campeggiavano vicino a delle rose bianche sulle sedie posizionate intorno al tavolo, sedute idealmente al fianco dei relatori per testimoniare le violenze che gli sono costate la vita.

«Soltanto ieri abbiamo avuti due casi molto impegnativi» ha raccontato la dirigente della squadra Volanti Anna Tocci dopo i saluti del dirigente scolastico e del commissario Valeria Morelli. «Stiamo elaborando i dati della violenza di genere del 2023, e temo che avremo la conferma che anche quest'anno abbiamo ricevuto una denuncia al giorno» ha aggiunto il questore Raffaele Gargiulo, a conferma della diffusione del fenomeno.

Quello che Gabriella Marano, criminologa e psicologa clinica e forense, ha definito «una vera e propria guerra. Il femminicidio fa più morti della mafia e va combattuto a valle, con la prevenzione. La violenza di genere ha una matrice socioculturale: ecco perché serve una rivoluzione».

La psicologa, consulente della famiglia di Giulia Cecchettin, ha raccontato poi ai ragazzi la sua esperienza nel caso che ha scosso l'Italia negli ultimi giorni. La ragazza uccisa e poi gettata in un dirupo dal suo fidanzato è stata la 105° vittima di femminicidio nel 2023. Anzi, la numero 106, come specificato dalla presidente del centro antiviolenza Donna Lilith Francesca Innocenti: «106 ragazze uccise da chi diceva di amarle. Ma questo non è amore: amore è rispetto reciproco. Ormai da anni accogliamo nel nostro centro coloro che vogliono dire basta. Non ascoltate chi dice che "i panni sporchi vanno lavati in casa": per rompere la catena di violenza serve l'aiuto degli esperti».

«Bisogna parlare, sempre: in famiglia, con i genitori, ma anche con psicologi e forze dell'ordine» ha esortato la Garante dell'Infanzia del Lazio Monica Sansoni: «Solo insieme si scalano queste montagne: da soli non si va da nessuna parte». Denunciare, prima che sia troppo tardi: «Ratio ed oratio, diceva Cicerone. Quando si utilizza la violenza, è perché non c'è più dialogo», come suggerito dal prefetto Falco.

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