"Skate park" a Latina, la sfida tra passato e futuro

"Skate park" a Latina, la sfida tra passato e futuro
di Vittorio Buongiorno
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Giovedì 7 Gennaio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 15:03

Il problema di Latina adesso si chiama skate park. Proprio mentre entra nel vivo il progetto per realizzare una pista per gli skaters, dentro parco Falcone e Borsellino, dopo aver raccolto il plauso del presidente della Federazione sport rotellistici (Fisr), diventa ora oggetto di attacchi concentrici a cominciare da quello di Italia Nostra. Curioso. I giardini pubblici hanno una storia di occasioni mancate e di abbandono progressivo che si trascinano da decenni. Per lungo tempo sono stati occupati da giostrine, maxi tappeti elastici, perfino una mini ferrovia. Erano forse meno invasive di una pista per skate?
Il parco da decenni ospita un po' di tutto. Dalle fiere al luna park (con strutture extralarge). E' punto di partenza e di arrivo di eventi sportivi come la maratona. Il Tennis Club è da sempre parte integrante di quello che oggi viene difeso in quanto monumento cittadino. I campi in terra battuta sono meno impattanti di una pista da skate? Il rumore delle palline più gradevole di quello delle rotelle? Gli skaters tra l'altro sono una comunità di ragazzi che ha a cuore il luogo dove passa le giornate, farlo sotto l'egida di una federazione sportiva che guarda alle olimpiadi sarebbe un bel salto nel futuro.
E' proprio questo il problema di Latina: fare i conti con il passato e immaginare un futuro a misura delle nuove generazioni. I ragazzi chiedevano un luogo di aggregazione e soprattutto che fosse in centro. E' bello vederli arrivare il primo pomeriggio con la tavola sotto il braccio, non è colpa loro se possono fare acrobazie solo sui gradini dell'intendenza di Finanza. Sanno perfettamente che a molti latinensi danno fastidio perché fanno rumore e rovinano i monumenti. Per questo è nata l'idea dello skate park. Ai ragazzi e al Comune è parso normale pensare ai giardini pubblici. Ma poteva essere una piazza. A Palermo nessuno ha trovato strano realizzarlo accanto al tribunale (peraltro palazzo razionalista costruto negli anni Trenta). Se a Latina si fosse scelta piazza del Popolo, piazza della Libertà, piazza San Marco o magari viale Italia cosa sarebbe accaduto?
Già, perché il centro del capoluogo sembra intoccabile. Perfino tagliare i pini pericolanti ha dato la stura a polemiche infinite. Eppure siamo la stessa città che ha visto abbattere la Casa del contadino e l'ex Tabacchificio con totale disinteresse, salvo poi piangere decenni dopo sui tesori perduti. Siamo la stessa che ha consentito l'abbattimento di edifici storici per far posto a grattacieli nel cuore cittadino. La stessa città che si è accontentata di un parcheggio dove doveva sorgere la Biblioteca Stirling.
I ragazzi avevano e hanno ancora diritto a un luogo di aggregazione a loro misura in pieno centro. Italia Nostra teme che possano essere abbattuti alberi («è noto che foglie, terriccio e aghi di pino sono molto pericolosi, infatti questi luoghi vengono realizzati in aree libere da alberature»). Per questo, pur riconoscendo l'importanza di un centro di aggregazione per gli skaters chiede di farlo altrove perché «sicuramente esistono luoghi migliori». Ma farlo nel verde di parco Falcone Borsellino guarda al futuro e anche al passato: è bello pensare che la rotonda di cemento dove andavano in pattini le generazioni passate sarà la base per la nuova pista per tavole a rotelle. Gli skaters di oggi raccolgono l'eredità dei loro progenitori.
Vittorio Buongiorno
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