Fino ad arrivare all'intervento chirurgico - primo del genere al mondo - su un paziente con sindrome di down. «In letteratura - spiega il medico - non ci sono precedenti. Si è presentata una situazione particolare e si è deciso di intervenire». Ma cos'è l'idrocefalo normoteso? Una forma di demenza che, a differenza di Parkinson e Alzheimer è curabile con la chirurgia. Il paziente presenta demenza, incontinenza urinaria e difficoltà di deambulazione e oggi con il Test di infusione un'apparecchiatura in grado di eseguire un esame in modo rapido e preciso si può diagnosticare la patologia e intervenire. Restituendo una qualità di vita praticamente normale.
Ma non è tutto, perché ormai da un paio d'anni quando è necessario ridurre la pressione intracranica rimuovendo - per fare spazio al cervello - la scatola cranica, dopo il miglioramento non si ricorre più a costose protesi ma si riutilizza il tessuto osseo dei pazienti. Riducendo i rischi di infezione in attesa delle protesi. Nel congresso di Napoli Petrella ha illustrato i dati raccolti sulla crio - conservazione dell'opercolo osseo rimosso. Risultato? «Nel momento in cui il paziente è pronto per essere rioperato basterà una semplice richiesta e dal giorno dopo sarà a disposizione». Un metodo che riduce i costi per le protesi (risparmiati circa 200.000 euro), tempi di degenza e soprattutto rischi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA