Era il settembre del 2016 quando gli agenti fermarono un tir proveniente dalla Spagna che trasportava paglia: tra le balle però erano nascosti due quintali di hashish. Sotto sequestro finirono anche 47 mila euro in contanti. La consegna sarebbe avvenuta nell'area artigianale di Aprilia, nei pressi di via dei Giardini. Ma proprio in quel momento arrivò la polizia e arrestò se persone, tra loro anche Martino e Ciervo. Dopo alcune perquisizione la polizia trovò nascosti all'interno della Loas due chili di marijuana e mezzo chilo di hashish. L'azienda apriliana, a cui per anni si è rivolta anche la Progetto Ambiente per lo smaltimento di carta e plastica, ora è di nuovo nel mirino.
«Da diverso tempo ci serviamo raramente della Loas ha precisato il sindaco i nostri rifiuti hanno un'altra filiera». «Pretendiamo ora commenta Elena Mazzoni responsabile nazionale ambiente Prc-Sinistra Europea - che ci si spieghi come mai la Società che gestiva i capannoni andati a fuoco, la Loas srl, non avesse evidentemente improntato un adeguato sistema antincendio, come mai le autorizzazioni per svolgere la propria attività fossero state prorogate solo lo scorso 24 giugno dalla Provincia di Latina, nonostante fosse stata coinvolta nell'inchiesta DarkSide, - precisa la Mazzoni operazione che ha portato all'arresto di un cittadino di Aprilia, socio al 50% della Loas srl. Il tutto mentre il 6 agosto è arrivato il via libera del consiglio regionale al PianoRifiuti del Lazio che era atteso dal 2012. E' chiaro che serve oggi più che mai realizzare un sistema circolare di gestione e recupero, anziché mega-discariche private». «Aspettiamo con ansia i risultati dell'Arpa dice invece il consigliere apriliano di Italia Viva, Vincenzo Giovannini impianti di questo tipo ad Aprilia non devono esserci. Si facciano le dovute verifiche».
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