Verona, mamma uccide le figlie di 3 e 11 anni in una casa d'accoglienza e fugge: ricercata

La madre delle due piccole si è poi allontanata dalla struttura

Verona, mamma uccide le figlie di 3 e 11 anni in una casa d'accoglienza e fugge: ricercata
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Martedì 26 Ottobre 2021, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 10:25

Due sorelline di 3 e 11 anni morte nei loro lettini, uccise di notte nella casa-famiglia dove si trovavano con la mamma. E lei, una cingalese quarantenne, unica indiziata del duplice delitto, sparita nel nulla. Un dramma che ha sconvolto stamane a Verona la comunità educativa «Mamma Bambino», una struttura di assistenza per donne maltrattate o in pericolo, gestita dai servizi sociali del Comune scaligero. Nella casa, che può ospitare fino a cinque nuclei familiari, in appartamenti indipendenti, nel quartiere di Porto San Pancrazio, si trovavano al momento solo le due bimbe e la loro madre. La struttura è sempre sorvegliata.

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È stata un'operatrice sociale a fare la terribile scoperta. È entrata nella stanza della famigliola, perchè non proveniva alcun rumore, non si erano viste le bambine preparasi per la scuola, e così ha trovato i corpi delle due sorelle, ancora nei loro letti.

Della madre non c'era traccia. L'allarme è stato immediato. L'assistente ha avvisato il 118 e la Polizia. La prima auto-medica è giunta alla comunità alle ore 9. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, è stato tra i primi ad essere avvisato - «una telefonata che mi gelato il sangue» ha raccontato - poi si è recato sul posto assieme all'assessore ai servizi sociali Daniela Maellare.

Intanto gli agenti della squadra mobile e della scientifica della Questura avevano iniziato un complesso lavoro di indagine e repertazione che dovrà aiutare a tratteggiare un primo quadro della vicenda. C'è il buio al momento sulle cause del duplice delitto; ragioni che solo la madre delle piccole potrebbe spiegare. Tra le ipotesi considerate, ma non è l'unica, c«è quella che le sorelline siano state soffocate nel sonno L'esame del medico sui cadaveri non avrebbe evidenziato ferite, o ecchimosi particolari. Per questo la pm Federica Ormanni, che si occupa dell'inchiesta, ha già disposto l'effettuazione dell'autopsia. È escluso che nella struttura, sorvegliata 24 ore su 24, possa essere entrato qualcuno nottetempo. Non sono stati trovati di effrazione. La donna e le due figlie si trovavano nella comunità dal gennaio 2021, su provvedimento del Tribunale dei minorenni di Venezia che ne aveva disposto l'allontanamento dalla dimora familiare in seguito ai comportamenti violenti del padre, un uomo che avrebbe problemi di tossicodipendenza.

 

Prima erano state accolte in una casa in provincia, poi dall'inizio dell'anno erano state trasferite nel quartiere di Porto San Pancrazio, dove si trova la comunità di proprietà del Comune. Una struttura che cerca di costruire dei percorsi di autonomia per i nuclei familiari che per varie ragioni si trovano in difficoltà. Può ospitare fino a cinque famiglie, ognuna vive all'interno di un appartamento indipendente. La comunità educativa, chiamata «Il Porto delle Mamme» è stata creata per accogliere temporaneamente le madri con i propri figli, o le donne in gravidanza, che si trovano in difficoltà. Vengono offerte ospitalità, protezione e aiuto in un percorso indirizzato all'autonomia personale e lavorativa.

È un servizio aperto alle madri con figli di età compresa tra 0 e 12 anni. La mamma delle due piccole non lavorava. Loro frequentavano la scuola: la più grande frequentava le elementari, la piccola la scuola materna. Il padre e marito della donna, un cittadino dello Sri Lanka anch'egli quarantenne, è stato rintracciato dalla polizia e messo al corrente di quanto era successo. L'uomo è totalmente estraneo alla vicenda. Intanto, con il trascorrere delle ore,cresce l'angoscia per il destino della madre delle bambine. Gli uomini della Protezione Civile l'hanno cercata a lungo con i cani molecolari. Poi sono entrati in azione i sommozzatori dei vigili del fuoco, e l'elicottero, per scandagliare il corso del fiume Adige, dove questa storia di estremo dolore potrebbe essersi chiusa.

 

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