Femminicidio a Venezia. Una donna è stata uccisa dal compagno, in un appartamento di San Stino di Livenza. Per ammazzare la moglie l'uomo ha usato un oggetto contundente, forse una bottiglia. Entrambi italiani, hanno due figlie. La vittima è Cinzia Luison, parrucchiera a Blessaglia di Pramaggiore. L'omicida è Walter Pitteri.
Quando i soccorritori sono giunti nell'abitazione la donna era già morta. Sul fatto indagano i carabinieri. Il marito di 65 anni ha ammazzato la moglie (60 anni). E' stato l'uomo, subito dopo aver ammazzato la moglie, a chiamare i militari. Sul posto il pm Barbaro di Pordenone.
CHI ERA CINZIA
Nel suo salone, Cinzia proponeva servizi a base di elementi naturali, seguendo la filosofia orientale ayurvedica basata sul rispetto dell'ambiente e dell'equilibrio psico-fisico.
L'OMICIDA
Giuseppe Pitteri, detto Walter, ha lavorato in Actv dal 1982 al 2016. Il 65enne, che ha chiamato i carabinieri dopo l'omicidio, non aveva nessun precedente ed è incensurato.
Il cordoglio di Zaia
«Niente colpisce di più di una storia vera in un mondo in cui è fondamentale anche la fiction per attirare l'attenzione sulla violenza contro le donne come piaga sociale. Quella di Cinzia Luison ci richiama alla tragica quotidianità dei fatti e ci riempie il cuore di amarezza per quello che forse poteva essere evitato. Di fronte alla morte di una persona in questo modo possiamo solo dire che la violenza a nessun livello è tollerabile e va condannata senza se e senza ma con l'impegno di tutti». Sono le parole del Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla notizia della morte di Cinzia Luison, di San Stino di Livenza (Venezia), colpita a bottigliate dal marito che si è consegnato ai Carabinieri. «L'impegno di tutti affinché nessuno debba più piangere per le vittime di simili omicidi - conclude il Governatore - inizia dalla consapevolezza che è fondamentale educare le nuove generazioni ma anche favorire con ogni mezzo la denuncia di situazioni in cui ci sono donne in pericolo e sottoposte a violenza sia fisica sia psicologica. Il Veneto ha una rete antiviolenza fatta di 26 centri, 38 sportelli, 28 case rifugio. Sono già molte le donne che grazie ad essa sono riuscite a mettersi in salvo. La segnalazione delle situazioni a rischio va assolutamente stimolata. Esprimo il mio cordoglio per il tragico fatto».