La sfida di Confassociazioni: soft power per rilanciare l’Italia

La sfida di Confassociazioni: soft power per rilanciare l’Italia
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Domenica 30 Giugno 2019, 12:22
«Rilanciare l’Italia facendo cose semplici – innovazione, leadership culturali e solidarietà: soft power al servizio del Paese». È questo il filo conduttore che sarà al centro dei lavori della prossima Conferenza annuale di Confassociazioni, in programma martedì 2 luglio, a Montecitorio, presso la nuova Aula dei gruppi parlamentari (via di Campo Marzio, 78), su cui si confronteranno, a partire dalle 14, esponenti del governo, della politica e del mondo imprenditoriale. Allo scopo di tracciare una sorta di road map condivisa, per dare un nuovo impulso alla crescita economica e culturale dell’Italia. Tra gli invitati, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente della Regione Lazio e segretario Pd, Nicola Zingaretti.

La mission di Confassociazioni. «Per rilanciare il futuro del nostro Paese serve un colpo di reni evocativo, un new deal, un nuovo orizzonte di cose semplici da fare per ritrovare quello che abbiamo perso durante la crisi: il nostro pensiero felice, quello alla Peter Panche ci faceva volare, nonostante tutto. Come sistema Paese avevamo molte leadership culturali. Quasi tutte perse ormai. Dobbiamo provare a riconquistarle. Tutte quelle che avevamo e anche qualche altra». È così che il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, inquadra la mission messa in campo dalla confederazione, composta da 425 associazioni e con più di 750mila professionisti iscritti, di cui circa 136mila imprese.

«La nostra – aggiunge - è una vera e propria sfida di cambiamento, complessa ma sincera. Investire e non chiedere. Donare e non ricattare. Essere e non avere. Un Paese, denso di intelligenza e di cultura, di professionalità e di imprenditorialità, che vuole essere di servizio del mondo per produrre ricchezza e benessere per tutti. Con il soft power». «L’Italia può farlo perché non vuole essere una grande potenza militare, ma solo un grande snodo culturale nel mondo dell’umanesimo digitale – sottolinea Deiana -. Un Paese che potrebbe essere leader di uno dei grandi vantaggi competitivi del futuro: quel soft power di innovazione, leadership culturali e solidarietà che può farlo diventare un nuovo ponte strategico che vada da Stoccolma a Città del Capo o da Lisbona a Pechino. Per questo bisogna mobilitare e liberare le forze economiche e sociali del Paese, tutte insieme».
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