Blitz del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia coadiuvato in fase esecutiva dai Nuclei Investigativi di Cosenza, Catanzaro e Lamezia Terme più le Compagnie Carabinieri di Bari San Paolo e Locri, che sta procedendo alla notifica di una serie di avvisi di conclusione indagini preliminari nei confronti di 16 soggetti tra avvocati, medici e professionisti nominati consulenti tecnici, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, falsa perizia, false comunicazione all’Autorità Giudiziaria e altro. Reati aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini hanno accertato un vero e proprio meccanismo facente parte di un più ampio sistema illecito che vede coinvolti medici e avvocati, i quali, attraverso le proprie condotte, si sono adoperati - in molti casi riuscendoci - a far ottenere benefici carcerari ai propri assistiti, esponenti di spicco della ‘ndrangheta, trasgredendo le leggi dello Stato e venendo meno alle regole deontologiche che contraddistinguono le professioni mediche e legali.
Ed è proprio grazie alla collaborazione dell’elemento di vertice dell’articolazione di ‘ndrangheta che i carabinieri sono riusciti a ricostruire la rete di professionisti che si faceva beffa della giustizia. Nei guai è finita anche una clinica sanitaria convenzionata per ospitare detenuti gravemente malati “in realtà sanissimi”, che invece - contrariamente ai doveri d'ufficio imposti dal ruolo pubblico - ospitava veri e propri summit degli ‘ndranghetisti, diventando praticamente una base operativa dove veniva deciso come la cosca avrebbe operato sul territorio.
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