Leonardo La Russa, il padre dell'amico e dj indagato: «Mio figlio? È solo un playboy: oggi le ragazze prima fanno sesso, poi capiscono con chi»

Parla Massimo Gilardoni, padre di Tommaso, il dj indagato

Leonardo La Russa, il padre dell'amico e dj indagato: «È sempre circondato da belle ragazze, questa storia è strana»
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 15:43

Si aggiunge un altro pezzo al puzzle del caso di cronaca più discusso di queste ultime settimane. Massimo Gilardoni, padre di Tommaso, il dj indagato con il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, Leonardo La Russa, con l'accusa di violenza sessuale, in un'intervista a «La Verità» parla del figlio come di «un ragazzo molto in gamba, con la testa sulle spalle, perchè noi siamo una famiglia per bene. È sempre circondato da belle ragazze, questa storia è strana».

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E aggiunge: «Per questo mi risulta strana questa storia». Spiega al telefono che il figlio, che vive a Londra, «è sempre circondato da bellissime ragazze» e «non fa uso di stupefacenti». «Mi sembra strano che abbia fatto una cosa del genere». L'uomo, sollecitato dalle domande ipotizza: «Mio figlio un playboy, non stupra.

Però al giorno d'oggi, prima magari le ragazze fanno sesso e poi si accorgono con chi l'hanno fatto ed è un attimo che vanno a denunciare le persone, però non lo so...».

 

Quando gli è stato fatto notare che la ragazza che ha denunciato il figlio di La Russa aveva assunto psicofarmaci oltre a cocaina, e che questa può essere una miscela pericolosa, Massimo Gilardoni risponde: «Questa poi è andata a casa di La Russa, che non è proprio l'ultimo arrivato, ha fatto sesso e poi lo ha denunciato, può essere andata così». Lei non sapeva che fosse amico di La Russa jr? «Mi ha nominato questo ragazzo che faceva anche lui qualcosa, il dj a Londra»: Che cosa le ha detto di Leonardo? «Forse che è andato a dormire da lui una sera ed è finita lì».

 

Cosa è successo nelle scorse ore

Un altro nome si è aggiunto nel registro degli indagati della Procura di Milano per il caso dei presunti abusi denunciati a fine giugno da una 22enne che, dopo una notte trascorsa a maggio nel club Apophis, locale esclusivo in centro città, si sarebbe risvegliata senza ricordare nulla, a suo dire, nel letto di Leonardo Apache La Russa, il terzogenito del presidente del Senato Ignazio.

Ieri, anche a garanzia per tutti gli accertamenti necessari che dovranno esser svolti, è stato iscritto per violenza sessuale anche il dj 24enne Tommy Gilardoni, amico del figlio dell'esponente di Fratelli d'Italia. Anche lui sarebbe rientrato a casa La Russa quel mattino del 19 maggio, dopo aver suonato, tra l'altro, nel corso della serata in discoteca, in cui si alternavano tre dj. La 22enne, nella denuncia arrivata il 3 luglio sul tavolo dell'aggiunto Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro, ha scritto di avere «ricordi della notte vaghi» perché «drogata». L'unico «dato certo», ha messo nero su bianco, «è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere» e, quando lei si è svegliata, lui «ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l'amico, sempre a mia insaputa».

La ragazza, ex compagna di liceo di La Russa, aveva fatto riferimento nella querela a tale «Nico», così l'aveva chiamato riportando parole di Leonardo, stando alla sue versione, e anche per questo investigatori e inquirenti hanno avuto problemi per giorni ad identificare l'altro ragazzo che avrebbe dormito nell'abitazione, ma in un'altra camera. Nelle scorse ore, nelle indagini condotte dalla Squadra mobile, si è arrivati alla precisa identificazione di quel dj che lavora in un club di Londra e che anche al momento si troverebbe all'estero. Identificato con certezza ieri sera anche grazie ad una serie di elementi raccolti nell'inchiesta, tra cui l'analisi di alcuni contatti telefonici e le testimonianze che proseguono da giorni, anche di altri ragazzi che erano presenti alla festa all'Apophis del 18 maggio.

Gli inquirenti hanno deciso di contestare pure a lui l'accusa di violenza sessuale e di non optare per un'imputazione di abusi di gruppo a carico di entrambi, anche perché le indagini dovranno appurare non solo se la ragazza sia stata violentata in stato di incoscienza, come lei ha raccontato, ma anche se quelle violenze siano avvenute in fasi diverse.

Intanto, un altro passo dell'indagine saranno le operazioni tecniche, previste per le prossime ore, necessarie per effettuare la copia forense del telefono sequestrato venerdì scorso a La Russa junior.

Le verifiche, alla ricerca di video, foto, messaggi e telefonate sui social utili per le indagini, riguarderanno solo il cellulare, che è stato accertato essere nella disponibilità del giovane. E non la Sim che è stata, invece, restituita dagli inquirenti in quanto non oggetto del sequestro, essendo intestata allo studio legale del padre. Per l'eventuale sequestro della Sim, se sarà necessario, i pm dovranno inoltrare una richiesta alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Ad ogni modo, pure gli accertamenti sul telefono verranno effettuati, come ha precisato nel decreto la Procura, «con esclusione» nelle analisi «di comunicazioni» coperte dall'articolo 68 della Costituzione, ossia le garanzie previste per i parlamentari.

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