Pene che la ventiseienne non aveva mai scontato, riuscendo a sfuggire a qualsiasi tipo di cattura. Una corsa arrivata al capolinea venerdì pomeriggio, in uno dei posti più frequentati al mondo e che lei (assieme ad una complice, denunciata dai carabinieri per tentato furto) aveva scelto come teatro per il prossimo furto.
IL PASSATO
Una volta fermata, assieme all'altra donna che era con lei, Lori Halilovic è stata riconosciuta dai militari dell'Arma, a cui è bastato un semplice controllo in banca dati per dare certezza ai propri sospetti. Il suo nome infatti era accompagnato da un ordine di esecuzione pena per le condanne che non aveva mai scontato e che tutte d'un colpo le si sono presentate davanti, aprendole le porte del carcere femminile della Giudecca. Non è servito, quindi, che la procura veneziana aprisse un nuovo fascicolo d'indagine sulla ventiseienne: è stato il suo stesso passato a portarla in cella.
L'APPOSTAMENTO
A notare i modi di fare della giovane donna erano stati i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Venezia, impegnati - senza divisa - in un servizio di pattugliamento delle calli e dei campi tra Rialto e San marco, in uno dei primi fine settimana delle feste.
I militari si erano accorti di due donne che osservavano con attenzione le comitive di turisti e, una volta individuate le vittime, si piazzavano anche loro in coda nel tentativo di aprire lo zaino e cercare di arraffare telefonini o portafogli, secondo una prassi, il borseggio, che nel centro storico di Venezia è un costume difficile da debellare.
IL RICONOSCIMENTO
Fermate le due ladre, i carabinieri sonio risaliti al loro passato, scoprendo come la più esperta delle due fosse anche la donna che da tempo cercavano di arrestare e su cui pendevano decine di mandati di cattura firmati da diversi tribunali d'Italia. Che fino a venerdì vedevano in Lori Halilovic la ladra seriale capace di sfuggire a processi e arresti, scegliendo i giorni caldi del dicembre veneziano per colpire ancora.
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