Giuseppe De Rita: «La cultura dominante? L’opinionismo»

Giuseppe De Rita: «La cultura dominante? L’opinionismo»
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Martedì 26 Aprile 2022, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 18:38

‘’C’è una cultura dominante, quella dell’opinione. L’opinionismo ha distrutto le altre culture, quella umanistica, scientifica e sociopolitica.’’ È uno dei passaggi chiave dell’intervista sulle due (tre culture) al presidente del Censis, Giuseppe De Rita, da parte di Mario Nanni, direttore editoriale della rivista on line di politica e cultura beemagazine, del Gruppo The Skill.

De Rita, che per 50 anni con i suoi Rapporti annuali del Censis ha scandagliato i fenomeni anche più profondi della società italiana, sviluppa così il suo ragionamento: ‘’oggi siamo tutti opinionisti. Basta vedere la tv. Sul virus sparano opinioni Cacciari, Burioni e tanti altri. Invece di una dialettica che si sviluppi all’interno della cultura, abbiamo tante scuole di opinione.

Con quale risultato? Siamo in una crisi grave, mentre dovremmo parlare di una terza cultura,  quella socio-politica, oltre quella umanistica e quella scientifica, imperversa la cultura dell’opinione, e tengono la scena dieci scienziati che dicono tutto e il contrario di tutto’’

E poi – aggiunge De Rita – la stessa scena si vede, anche in tv, quando si parla della guerra. Lei li vede come si svolgono i dibattiti e soprattutto su che cosa? Non c’è discussione vera sulla guerra, sulle stragi ma sul dilemma se Putin è buono o cattivo, se Zelensky è serio o è rimasto un comico. Questo è il livello. E poi un’altra cosa: la pandemia è in calo, ma anche in questi dibattiti sulla guerra il virologo c’è sempre’’.

Del fenomeno della cosiddetta cancel culture che idea si è fatto, Professore?

Anche qui De Rita non ha dubbi: questo fenomeno è figlio della vittoria dell’opinionismo.

Un altro tema affrontato nell’intervista: si parla tanto di nuovo umanesimo, con la maiuscola e la minuscola, in una ideale ‘’carta del nuovo umanesimo’’, quali valoro fondamentali inserirebbe?

‘’Il vecchio umanesimo, diciamo pure l’Umanesimo storico, coltivava e guardava al passato.

Ma l’Umanesimo storico ci ha poi dato il Rinascimento, che guardava al futuro r costruiva l’avvenire. Quindi un nuovo umanesimo deve continuare a guardare avanti. Le culture che sono andate avanti sono quelle che hanno espresso il valore della relazione, il valore dell’uomo per l’altro uomo. ‘’Il volto di Dio comincia dal volto dell’altro’’, ha detto Levinas.

Invece oggi – il grande nemico sa qual è?

Le farò un esempio: il ‘’vaffa’’ è la rottura della relazione. Con questa rottura la società italiana è andata indietro di mille anni’’.

Non sembri una esagerazione e le spiego perché, continua De Rita: il ‘’vaffa’’ è una lacerazione, una interruzione, una distruzione del dialogo. Significa dire all’altro: di quello che dici, di quello che pensi, di quello che senti non m’importa nulla. E così torniamo alla barbarie dell’uomo insulare, dell’uomo che non si relaziona. Ecco perché uno dei problemi del nostro tempo, se non ‘’ il ‘’problema, è cercare di recuperare il senso, la necessità, il bisogno della relazione. Solo su questo si può costruire’’

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