Covid, contagi a Natale: cresce la variante Cerberus che "buca" i vaccini

I virologi temono il superamento dei 90mila nuovi casi al giorno

Covid, i sintomi delle nuove varianti e quali si stanno diffondendo di più
di Gianluca Cordella
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 17:59

Natale con i tuoi. E a conti fatti è già una grande notizia dopo due anni di festività trascorse con le mascherine e con i parenti contingentati, o se non proprio in solitaria. Ma che ne sarà, poi? Passata l'ondata di tombole, risate e cenoni sontuosi, il Paese tornerà alle riflessioni amare sulla diffusione del Covid? Molto probabile che i numeri dei contagi possano tornare a salire - possibile, secondo i virologi, il superamento dei 90mila nuovi casi al giorno - ma non sembra questa la preoccupazione maggiore in un momento in cui forse spaventa di più la massiccia diffusione della tosta influenza australiana. Bisognerà più che altro capire, in ambito Covid, come si comporta la sottovariante Cerberus, la cui diffusione – stando all'ultima flash survey dell'Istituto superiore di Sanità – è più che raddoppiata. I dati dovranno fornire qualche indicazioni in più per capire se, oltre che diffusiva, la variante in questione sia anche temibile quanto o più delle precedenti.

Ma andiamo con ordine. Allo stato attuale della cose il quadro è improntato ad un certo ottimismo. Secondo i dati dell'Iss l'indice di trasmissibilità in Italia, nelle prime due settimane di dicembre, è stato dello 0,91%, dunque al di sotto della soglia epidemica di 1 ma anche in calo rispetto al precedente dato di 0,98%. Inoltre si registra l'inversione dell'andamento dei ricoveri per Covid e continua a calare anche il numero delle terapie intensive. A livello nazionale, secondo il monitoraggio, il tasso di occupazione in area medica scende al 13,7% rispetto al 14,8% del 15 dicembre. Mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva scende leggermente al 3,1% (3,2% al 15 dicembre). Solo una regione in Italia resta a rischio alto (erano quattro), mentre scendono da 10 a 4 quelle catalogate a rischio moderato.L'occupazione dei posti letto in area medica resta sopra la soglia d'allerta del 15% in dieci regioni (39% in Umbria, poi Liguria, Valle d'Aosta e Friuli), ma in nessuna sfocia in situazione critiche.

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Le varianti

Resta il nodo delle sottovarianti. Perché secondo il monitoraggio si registra una diffusione sempre più capillare della BQ.1, la cosiddetta Cerberus. La variante Omicron continua avere una prevalenza stimata del 100%, con la sottovariante BA.5 dominante (90,6% del campione nazionale, ma era 91,5% l'8 novembre). Nella famiglia dei sotto-lignaggi della BA.5, come detto, si sta diffondendo enormemente la Cerberus che sale dal 30,7% della precedente rilevazione all'attuale 64%. «Ce lo aspettavamo – ha spiegato all'Adn Kronos Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano - ma ora servirà capire come si comporterà Cerberus. Il fatto che, tutto sommato, non stanno aumentando i ricoveri, potrebbe significare che questa variante, pur essendo diffusiva, non sta causando un incremento di casi pericolosi, ma questa conclusione non la possiamo trarre con assoluta certezza, al momento, serve più tempo». Cerberus che il virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco ha definito «una spada di Damocle», perché «sembra meno cattiva, ma pare maggiormente in grado di schivare le difese immunitarie sia per le infezioni pregresse che per i vaccini». In totale in Italia sono stati registrati 100 sotto-lignaggi di BA.5, contro i 112 della precedente rilevazione.

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