IL VIAGGIO
Nell’ultimo anno, come si legge nel provvedimento, «l’uomo si è già sottratto più volte agli impegni finalizzati al ricongiungimento della figlia con la madre, vanificando gli sforzi per agevolarne il rientro». Quattro giorni fa il siriano ha comunicato l’intenzione di voler lasciare Damasco insieme alla figlia, allegando il suo piano di viaggio: prima scalo a Beirut, poi a Francoforte, quindi la destinazione conclusiva a Malpensa alle ore 18,40 del 29 novembre. «Per eviotare un ulteriore cambio di idea o di tragitto all’ultimo minuto che possa incidere sulla sciurezza della minore nel suo viaggio, si è ritenuto opportuno che l’esperto per la sicurezza in Libano segua di persona tutte le fasi connesse al rientro in Italia», unendosi a padre e figlia «presso l’aeroporto di Beirut e affiancandoli nella rimanente parte del viaggio verso l’Italia».
MESSA ALLA PROVA
Dopo la sbarco a Malpensa, l’arrivo in tribunale.
Qui, nel corridoio davanti all'aula della nona sezione penale dove, proprio oggi, si teneva l'udienza del processo nel quale l’uomo è accusato di sottrazione internazionale di minore, la bimba in lacrime ha riabbracciato la mamma. Fondamentali alla risoluzione del caso sono stati anche i contatti tra la procura e il difensore dell'imputato, per il quale adesso, come stabilito dal giudice, verrà attivato un programma per la messa alla prova. L'uomo l'aveva rapita il 4 agosto 2017, con la complicità di un amico, e portata in Siria, non lontano da Damasco, dove vivevano i suoi familiari.
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