«Il cartello casertano dei Casalesi, nonostante le numerose inchieste giudiziarie e i provvedimenti patrimoniali, riesce ancora efficacemente a difendere e curare i propri interessi illeciti attraverso ramificazioni finanziarie anche internazionali e importanti reti di imprese controllate da fiduciari dell'organizzazione. A tale scopo - sottolinea la Dia - i Casalesi possono contare su interlocutori con specifiche e diverse competenze professionali, capaci di gestire attività economiche di elevata e sofisticata complessità».
Fra le organizzazioni di criminalità organizzata la 'ndrangheta è «saldamente» leader nei grandi traffici di droga, anche a livello internazionale. «L'analisi delle risultanze investigative e giudiziarie intervenute nel semestre restituiscono ancora una volta l'immagine di una 'ndrangheta tendenzialmente silente, ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, saldamente leader nei grandi traffici di droga, ambito in cui continua ad acquisire forza e "prestigio", anche a livello internazionale».
Il traffico di stupefacenti resta per la Mafia siciliana «una delle più remunerative fonti di ricchezze contanti».
Un settore criminale «nel quale consolidare alleanze e, quindi, consolidare il proprio ruolo negli assetti criminali; una possibilità di riaccreditarsi nella filiera al fine di costituire propri canali di approvvigionamento sicuri e continuativi, fornendo, peraltro, occupazione nelle diverse attività. In un quadro come quello descritto le città di Palermo e Catania continuano a ricoprire un ruolo di centralità nei flussi di hashish dalla Campania e di cocaina dalla Calabria, per la redistribuzione sui mercati isolani (ed anche maltesi, come sembrano suggerire i ripetuti sequestri di stupefacenti avvenuti nel porto di Pozzallo e in quello Stato)». In una regione in «stagnazione economico produttiva, che mortifica le aspettative soprattutto della popolazione giovanile - si sottolinea nella relazione - trova terreno fertile la spregiudicata aggressività delle consorterie criminali che si nutrono delle risorse della Regione, ove invece esse potrebbero prosperare in un ambito di sana incentivazione all'imprenditoria e di leale concorrenza».
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