Ma ora la presentazione sembra imminente. Sarà «tra qualche giorno, Alitalia permettendo», ha detto l'amministratore delegato di Fs Gianfranco Battisti, anticipando qualche numero del progetto. In 5 anni sono previsti 58 miliardi di investimenti, di cui 9 già quest'anno. Si stimano inoltre per il quinquennio 2019-23 120 mila nuovi posti di lavoro. «Sarà il più grande investimento infrastrutturale dei prossimi anni», ha sottolineato Battisti, ribadendo che con questa mole di investimenti «produrremo qualcosa come lo 0,9% del Pil».
In particolare, sono previsti 39 miliardi di investimenti per il miglioramento del sistema infrastrutturale italiano, 13 miliardi andranno a rinnovare la flotta dei treni regionali, autobus e alta velocità, e 4 miliardi serviranno alla digitalizzazione del gruppo. Nel complesso, gli investimenti annui nell'arco di piano saranno superiori del 60% rispetto al 2017 (11-13 miliardi di euro annui a fronte dei 7,4 miliardi del 2017). Solo per il rilancio del trasporto pendolari è previsto un investimento di 6 miliardi per 600 nuovi convogli regionali.
Un piano che Battisti ha illustrato anche al numero uno di Delta nella recente missione negli Usa per il dossier Alitalia: «Quando l'ho raccontato a Ed Bastian, è rimasto colpito, non credeva che intorno a un grande gruppo ferroviario si potesse aggregare un simile volano per la crescita», ha raccontato il manager, che su Alitalia si è limitato a dire che «siamo in una fase negoziale molto importante». E mentre si discute del decreto Sblocca cantieri, le Fs sono pronte a chiudere «quest'anno 15 cantieri», in particolare lavorando sui 6 principali in corso (Terzo Valico, nodo di Firenze, Napoli-Bari, Brennero, AV Milano-Venezia e Messina-Catania-Palermo).
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