Complessivamente servono (in termini di indebitamento netto, ovvero il deficit rilevante per l'Unione europea) oltre 1,7 miliardi per quest'anno, 481 milioni per il 2019, 2,6 miliardi per il 2020 e somme crescenti negli anni successivi. Per il 2018 la necessità di copertura deriva anche dal fatto che alcuni interventi fiscali come la rottamazione producono inizialmente effetti di gettito negativi.
Per gli anni futuri invece gli spostamenti contabili vanno letti all'interno della manovra più complessiva che verrà completata con la legge di bilancio: è previsto infatti a questo fine lo "svuotamento" del fondo per la riduzione della pressione fiscale, in modo da assicurare il «raggiungimento degli obiettivi programmatici».
La parte del leone nelle compensazioni per l'anno in corso la fanno le dotazioni di competenza e di cassa dei ministeri, in base ad un allegato ancora da mettere a punto nei dettagli. Complessivamente il taglio è di 818,8 milioni, che dovranno essere reperiti in corsa, sostanzialmente nei prossimi due mesi. Altri risparmi derivano dal recupero di voci non spese, come le sanzioni applicate dall'Antitrust o i proventi delle aste CO2 che erano destinati a fine ambientali. Confermato il taglio di 20 milioni al contributo italiano all'Onu.
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