La Sacra Spina, a Velletri l’invasione pacifica delle camelie

La Sacra Spina, a Velletri l’invasione pacifica delle camelie
di Fuoriporta
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Venerdì 15 Marzo 2013, 13:26 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 16:19
Tra sacro e profano, solenni celebrazioni religiose e ritualit pagane, nel fine settimana del 16 e 17 marzo torna a San Giovanni Bianco (Bergamo) la Festa della Sacra Spina.

Nel 1495, durante la battaglia di Fornovo sul Taro, l’audace guerriero Vistallo Zignoni sottrasse ad un segretario di Carlo VIII, re di Francia, una spina della Corona di Gesù e la donò al paese. La Sacra Reliquia, alla quale la popolazione del paese e di tutta la valle circostante è legata da una profonda devozione, una volta l’anno viene prelevata dal tempietto che la custodisce ed esposta solennemente sull’altare maggiore della chiesa, e successivamente viene portata in processione lungo le vie del paese. A questa festa di carattere religioso, si affianca la sagra paesana in cui sopravvivono ritualità che annunciano l’arrivo della primavera e quindi il risveglio della natura. Così la notte della vigilia prende luce con migliaia di lumini posizionati sulle finestre delle abitazioni, sui ponti e nei prati, e con i caratteristici falò che vengono accesi sui colli circostanti. Al culmine della festa, i fuochi d’artificio, le esibizioni delle bande musicali e la possibilità di degustare i piatti tipici della tradizione.



Nello stesso fine settimana Velletri celebra la camelia, il fiore dai petali rigidi e carnosi che caratterizza profondamente l’estetica e l’economia della cittadina dei Colli Romani. Il 16 e 17 marzo, tutto il corso principale e le piazze saranno abbellite da centinaia di piante di camelie bianche, rosa e rosse; ma veri e propri tesori di botanica si nascondono nei giardini privati dei cittadini, che per l’occasione saranno aperti ai visitatori. A Velletri, il terreno di origine vulcanica ha favorito nei secoli la nascita di una varietà particolare del fiore, la “camelia veliterna”, che fiorisce due volte e – dagli anni 70’ – da semplice abbellimento delle piante di limone si è trasformata in una delle principali risorse economiche della cittadina. Per gli amanti della botanica, insomma, un appuntamento imperdibile per “tuffarsi” in un mare di profumi e colori. Ma alla festa delle Camelie a farla da padrona sarà anche la gastronomia locale, con tanti angoli di degustazione delle specialità locali sparsi nelle vie della cittadina, che offre anche angoli di notevole interesse per gli appassionati dell’arte e della cultura.



Poco più a Sud, negli stessi giorni, a Senerchia (Avellino) cultura e memoria contadina ritornano imponenti a dettare le regole della macellazione e dell’utilizzazione dell’animale di cui non si butta via niente: il maiale. Nel piccolo paese dell’Irpinia, quella la Sagra del maiale è un rito che si ripete ormai da 25 anni; per poterne godere fino in fondo, da sempre gli abitanti del luogo consigliano ai “forestieri” le tre regole fondamentali: presentarsi a stomaco vuoto, con il palato curioso e vestiti pesanti. Tante sono le prelibatezze che si possono gustare al naturale per una celebrazione gastronomica senza tempo, basata su una cucina semplice senza aggiunta di alcuna alchimia moderna: salsicce e costine di maiale alla brace, soffritto di carne suina e peperoni, pane casereccio, pasta e fagioli “cù ‘muss pint”, pizza di granturco e minestra “sperta”, il tutto illuminato dagli immancabili falò e riscaldato da fiumi di vino rosso locale.












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