L'ex segretario al Tesoro Usa: «Nel 2011 funzionari Ue ci chiesero di far cadere Berlusconi»

L'ex segretario al Tesoro Usa: «Nel 2011 funzionari Ue ci chiesero di far cadere Berlusconi»
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Martedì 13 Maggio 2014, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:22

Nell'autunno del 2011, in piena crisi dell'euro, alcuni funzionari europei avvicinarono l'allora ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner, proponendogli un piano per far cadere il premier italiano Silvio Berlusconi. È quanto scrive lo stesso Geithner nel suo libro 'Stress Test', in uscita in questi giorni, del quale La Stampa anticipa alcuni passaggi.

«A un certo punto, in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell'Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato», scrive Geithner.

L'Amministrazione Usa, tuttavia, rifiutò di prendere parte al complotto, puntando sul presidente della Bce Mario Draghi per salvare l'eurozona e con essa l'economia globale. «Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente - scrive ancora Geithner - ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello. "Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani", io dissi».

«Nell'autunno 2011 il complotto contro Berlusconi ci fu e come. Lo confermano esponenti di vertice dell'amministrazione americana. Berlusconi, quando parla di un colpo di Stato, ha straragione. Oltre ai libri di Friedman e tutte le cose che sono apparse evidenti in Italia, adesso apprendiamo da un libro dell'ex ministro del Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, che addirittura ad Obama, da autorità dell'Unione europea, fu proposto un vero e proprio complotto per far cadere Berlusconi. Napolitano che

cosa sa di queste vicende? Come hanno partecipato a questo disegno Monti e altri esponenti della politica e delle istituzioni italiane? Bisogna aprire un'inchiesta interna e internazionale», afferma il senatore FI Maurizio Gasparri. «Siamo di fronte a uno scandalo di dimensioni gigantesche. La testimonianza di Geithner è chiara. Si tratta di una persona che non avrebbe alcun interesse a fare affermazioni non veritiere. Parla esplicitamente di funzionari europei e racconta di aver riferito ad Obama di questa vicenda. Evidentemente riteneva autorevoli le persone che gli avevano prospettato questa operazione, che del resto fu realizzata con la complicità dei tanti vertici istituzionali e politici italiani», prosegue l'esponente azzurro. «È esattamente come ha sempre affermato Berlusconi. Una vergogna. Un alto tradimento. Un attentato alla Costituzione attuato da traditori di ieri e di oggi», conclude.

Geithner nel libro ammette poi di non aver visto arrivare la crisi dei mutui e di non aver capito la gravità del problema fino a quando non è scoppiato. L'ex segretario al Tesoro racconta la crisi che si è trovato ad affrontare prima alla guida della Fed di New York poi come segretario al Tesoro. Il libro apre per la prima volta la possibilità a un'evoluzione diversa della crisi in uno dei suoi momenti topici: il fallimento di Lehman Brothers.

Ricostruendo quel fatidico giorno del settembre 2008, Geithner rivela infatti per la prima volta divergenze su Lehman e ammette che avrebbe appoggiato un prestito della Fed a Barclays per acquistare la banca di investimento americana. «Alla fine ritengo che la Fed avrebbe aiutato a finanziare un accordo con un possibile acquirente, e ritengo anche che Hank Paulson», l'allora segretario al Tesoro, «avrebbe appoggiato l'iniziativa a dispetto di quello che il suo partito avrebbe detto. Ma l'assistenza della Fed non avrebbe eliminato i rischi per Barclays e non avrebbe evitato il requisito di un voto degli azionisti. Non vedo come avrebbe potuto cambiare la posizione inglese», afferma Geithner, difendendo la strategia dell'amministrazione Obama durante la crisi. Una ricetta «non perfetta» che ha «evitato una nuova Depressione»: era «l'opzione migliore e più

ragionevole».

Il libro non riscrive la storia della crisi, ma contiene alcune rilevazioni: dalla divisioni su Lehman Brothers alla richiesta a Geithner di diventare amministratore delegato di Citigroup. Geithner ha rifiutato l'offerta e il posto è andato a Vikram Pandit. L'ex segretario al Tesoro usa parole dure per coloro che erano contrari ai salvataggi, ma soprattutto critica il Congresso e Washington e la sua incapacità di agire.