Voto di scambio a Piedimonte San Germano:
la parola alla Cassazione. Mozione di sfiducia al sindaco

Voto di scambio a Piedimonte San Germano: la parola alla Cassazione. Mozione di sfiducia al sindaco
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 12 Settembre 2019, 16:32
Posti di lavoro in cambio di voti alle elezioni comunali a Piedimonte San Germano: la parola passa alla Corte di Cassazione.
Fissata al 9 ottobre prossimo l’udienza, sollecitata dalla Procura della Repubblica di Cassino, dinanzi ai supremi giudici che dovrà pronunciarsi sulla sussistenza della presunta associazione a delinquere finalizzata ad ottenere voti in cambio di posti di lavoro in ben due tornate elettorali.
Nell’inchiesta dei carabinieri del comando provinciale e coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, come noto, sono rimasti coinvolti il sindaco Gioacchino Ferdinandi, il vice sindaco Leonardo Capuano, l’imprenditore Piero Salvatore Varlese e l’ex sindaco Enzo Nocella (indagato a piede libero).
Solo i primi tre, a luglio scorso, sono stati destinatari di una misura cautelare: di divieto di dimora a Piedimonte per Ferdinandi e gli arresti domiciliari per Capuano.
Successivamente la misura è stata revocata dal Tribunale del Riesame perché ha messo in dubbio l’accusa più importante: l’associazione a delinquere.
Da qui il ricorso in Cassazione della Procura che ritiene, invece, sussistente il vincolo associativo e chiede il ripristino delle misure cautelari.
L’accusa in sostante è di aver “mercificato” il consenso elettorale in due tornate amministrativa, quella del 2015, quando è stato eletto sindaco Enzo Nocella e quella del 2017 quando c’è stata l’elezione, sul filo di rasoio, di Gioacchino Ferdinandi.
Nell’impianto accusatorio compaiono, come elementi proponenti del voto di scambio, il vice sindaco Capuano e l’imprenditore Varlese, mentre Ferdinandi e Nocella sono stati inquadrati come beneficiari di turno.
La Procura, già da qualche settimana, ha chiuso le indagini ora si è in attesa della decisione della Cassazione.
Ma lo scontro, come prevedibile, è anche sul piano politico. La minoranza ha chiesto, a fine luglio scorso, con apposita interpellanza consiliare, le dimissioni del sindaco Ferdinandi, ma il consiglio l’ha rigettata. Ieri mattina è passata al contrattacco ed ha depositato la mozione di sfiducia.
“Gli eventi -hanno spiegato dalla minoranza - sono stati traumatici per la nostra comunità. Non ci esprimiamo sugli aspetti penali, visto che è compito della magistratura, ma riteniamo opportuno che si torni al più presto alle urne. Il sindaco deve rassegnare le dimissioni”.
Immediata la replica del primo cittadino Ferdinandi. “Andiamo avanti perché crediamo nella magistratura, il Riesame ci ha dato ragione, ora serenamente atteniamo l’esito della Cassazione”. La mozione ora è al vaglio della presidenza del consiglio e del segretario comunale, parrebbe infatti deficitaria di una firma, ne sono state depositate 4, ma ne servirebbero 5. “Gli uffici preposti - ha detto il sindaco - valuteranno il tutto”.
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