Immobili "declassificati" per pagare meno tasse, l'affare delle rendite al Catasto di Frosinone

Immobili "declassificati" per pagare meno tasse, l'affare delle rendite al Catasto di Frosinone
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 14 Maggio 2020, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 14:33

Sale il numero degli indagati e soprattutto c’è un nuovo filone d’inchiesta che potrebbe portare alla luce altri illeciti rilevanti. Si arricchisce di ulteriori particolari l’operazione “Pesce Giallo” che ha svelato un giro di tangenti messo in piedi da alcuni dipendenti infedeli per velocizzare l’iter delle pratiche all’Agenzia delle Entrate del Territorio (l’ex Catasto) di Frosinone. 

L’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Frosinone (agli ordini del maggiore Matteo Branchinelli e del luogotenente Angelo Pizzotti), coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, nel novembre scorso ha portato all’arresto di tre dipendenti dell’ente: Andrea Cristini, 52 anni di Alatri, responsabile del “Front Office” e dei due impiegati Domenico Carnevale 51 anni originario di Pico ma residente a Frosinone e Carlo Mastroianni 58 anni residente a Monte San Giovanni Campano. Ai tre sono stati contestati i reati di concussione, corruzione, abuso d’ufficio e truffa. 

Gli accertamenti, però, non si sono fermati e, dopo gli interrogatori dei tre arrestati, hanno portato alla luce, scrivono i carabinieri, «uno scenario ancora più inquietante»

Il funzionario Cristini, spiegano dal Comando dell’Arma, «operava secondo un “collaudato” piano criminoso sfruttato anche dagli altri due impiegati e da cui traevano beneficio a loro volta svariati liberi professionisti e utenti».

Il ruolo di geometri e agenti immobiliari - Questi ultimi, più che vittime del sistema illecito, ne sarebbero stati in qualche modo complici o comunque, come sottolineano i carabinieri, erano «consapevoli del disonesto modo di agire dei tre impiegati infedeli» e lo avrebbero sfruttato per «ottenere ingiuste “agevolazioni”». 
Tutto ovviamente aveva un prezzo. E così elargendo compensi in denaro e regalie varie si assicuravano che loro pratiche catastali (successioni, accatastamenti e rilascio di visure) venissero approvate senza problemi, in maniera rapida e sicura, bypassando l’iter previsto. 

La responsabilità di qualche professionista - 19 per l’esattezza - era già emersa nella prima tranche dell’inchiesta, ma ora questo aspetto è stato meglio delineato portando all’iscrizione sul registro degli indagati di altre persone.

In tutto sono 33: 20 geometri, 4 agenti immobiliari e 9 tra consulenti e utenti, tutti residenti ed operanti in vari comuni della provincia di Frosinone. A loro sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, abuso d’ufficio e induzione alla concussione.
Inoltre i nuovi accertamenti hanno consentito di individuare le presunte responsabilità di un altro dipendente del Catasto: Mario Giannitelli, di 63 anni, di Aquino, (dove in passato è stato anche vice sindaco) indagato per truffa e abuso d’ufficio. In questi giorni sarà notificato l’avviso di chiusa inchiesta, ma le indagini non sono concluse. Anzi. 

Il nuovo filone - I carabinieri, in collaborazione con gli esperti dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, stanno conducendo approfonditi accertamenti sulle rendite catastali attribuite nel corso degli ultimi anni a grandi complessi immobiliari. Anche in questo caso tutto ruota attorno sulla condotta dei dipendenti indagati. 

È emerso in particolare che in numerosi casi la rendita catastale di immobili a vocazioni produttiva sarebbe stata catalogata con una classe fiscale inferiore o comunque con parametri non corrispondenti al vero. 

E questo avrebbe permesso di pagare meno tasse e tributi locali (Imu, occupazione di suolo, rifiuti) del dovuto, con un danno per l’Erario non trascurabile. Ma le indagini su questo aspetto sono ancora in corso.

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