Una storia che si trascina da quasi dieci anni, da quando per un errore sanitario la Asl di Frosinone e un medico all'epoca operativo all'ospedale di Cassino sono stati condannati a risarcire quasi 1,4 milioni di euro ai familiari di un paziente danneggiato. L'azienda ha versato la sua quota (ma si scoprirà successivamente che aveva sbagliato a farlo), il medico attivato la propria assicurazione e tutto sembrava finire lì. Adesso, invece, la Asl ha dato mandato a un legale di recuperare 568.000 euro dallo stesso medico, come stabilito da una sentenza d'appello della Corte dei conti.
LA RICOSTRUZIONE
La vicenda si riferisce ai problemi causati a un bambino al momento della nascita all'ospedale "Santa Scolastica".
Secondo i magistrati, infatti «la solidarietà doveva essere intesa come beneficio per il soggetto danneggiato e che la stessa non era da considerare criterio di riparto delle quote di responsabilità fra i convenuti nel giudizio civile e che, pertanto, era tenuto a risarcire l'Azienda sanitaria della quota del cinquanta per cento del danno posta a carico dell'Azienda dal giudice civile».
Vano il tentativo dei legali del medico di ritenere tardiva l'azione avviata dalla Asl e dalla Corte dei conti, nonché di contestare la retroattività della cosiddetta "Legge Gelli" sulla responsabilità del personale sanitario.
Ma facciamo ancora un passo indietro. Il danno liquidato ai familiari, comprensivo di interessi, era stato di 1.392.155,72 euro e le due quote erano state di poco più di 696.000 euro. Meglio, la Asl aveva versato tale somma ma l'assicurazione del medico 824.000 euro al terzo danneggiato. «Quindi, l'Asl di Frosinone, tenuto conto di detto versamento, avrebbe dovuto versare al terzo l'importo di euro 568.017,66, anziché quello di euro 696.077,86. In conclusione, in parziale accoglimento del motivo di appello della Procura regionale, il medico deve essere condannato a risarcire l'Asl di Frosinone nei limiti dell'importo di euro 568.017,66, non essendo responsabile del maggior importo che l'azienda ha versato al terzo danneggiato».
LA DECISIONE
La sentenza è stata depositata a giugno del 2021 ma solo nei giorni scorsi, con una delibera del direttore generale Angelo Aliquò, l'azienda sanitaria ha affidato l'incarico per recuperare le somme a un avvocato esterno, poiché l'ufficio legale della Asl «ha comunicato l'impossibilità di prendere in carico il suddetto contenzioso». A quasi dieci anni dai fatti e a circa due dalla decisione dei giudici della III sezione d'appello della Corte dei conti, si avvia un procedimento che difficilmente sarà breve ma che consentirà alla Asl di recuperare una somma che non era tenuta a versare.