Cartiera Reno de Medici, lunedì il vertice in Regione Lazio: 300 lavoratori con il fiato sospeso

L'autorizzazione rilasciata nei giorni scorsi non supera le prescrizioni della Procura sullo smaltimento dei fanghi

Cartiera Reno de Medici, lunedì 5 febbraio il vertice in Regione Lazio
di Alberto Simone
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Domenica 4 Febbraio 2024, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 14:09

Trecento lavoratori con il fiato sospeso: domani (lunedì 5 febbraio), con molta probabilità, sarà il giorno della svolta per quel che concerne la cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia.

Il vertice è fissato alle 10.30 negli uffici della Regione Lazio, alla presenza dell’assessore all’ambiente e dei responsabili degli uffici che in questi giorni hanno lavorato al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. Dall’altra parte del tavolo ci saranno i vertici di Rdm Group e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Se la svolta sarà positiva o negativa, dipenderà esclusivamente da quello che emergerà dall’incontro.

Lo scorso 31 gennaio la Regione ha rilasciato la tanto attesa AiA, ma da quel giorno non c’è stata una sola dichiarazione da parte dei vertici della Reno De Medici. Non solo: da ambienti bene informati è trapelato un certo scetticismo nella lettura del documento. Questo perché con quella autorizzazione si andrebbe sì a risolvere un problema formale - l’Aia è assolutamente necessaria - ma non sostanziale: non si supererebbero cioè le prescrizioni imposte dal perito incaricato dalla Procura della Repubblica di Cassino che ha classificato i cosiddetti fanghi come rifiuti da smaltire all’esterno.

Questa operazione per i vertici aziendali ha un costo non sostenibile, anche perché tra l’altro quei cosiddetti fanghi sono materiali da utilizzare nel processo di produzione perché ancora ricchi di materia prima. Il rilascio dell’autorizzazione da parte della regione Lazio, almeno sulla carta, sembra non risolvere queste prescrizioni. Il consigliere Daniele Maura, commentando con entusiasmo il lavoro svolto dagli uffici, è stato il primo a sottolineare che «nel rispetto delle leggi in vigore il sito potrà riprendere il ciclo produttivo, necessita comunque pensare ad un’analisi approfondita sulla revisione del testo Unico Ambientale ma questa competenza non spetta alla Regione Lazio».

LE RESPONSABILITÀ

Un rimpallo di responsabilità, dunque? Significa che servono altre autorizzazioni? E da parte di chi? Nodi ancora non facile da sciogliere, per questo motivo il vertice di domani è molto importante: sarà l’occasione per chiarire tutti i dubbi in merito all’autorizzazione rilasciata.

Viceversa, se questi dubbi non venissero sciolti, RdM Group procederà con la procedura di dismissione dello stabilimento comunicata il mese scorso ad Unindustria: significa cioè che entro 180 giorni (circa 20 sono già trascorsi) potrà procedere con i licenziamenti e, quindi, alla chiusura definitiva.

A perdere il lavoro immediatamente saranno i 163 operai nel sito di Villa Santa Lucia, ma ci saranno ripercussioni su tutto l’indotto e si stima che i licenziamenti collettivi derivanti dalla chiusura della cartiera potrebbero superare quota trecento. Un’ipotesi, questa, assolutamente da scongiurare per i sindacati di categoria che da tempo seguono la vertenza Reno De Medici: «Attendiamo il tavolo di lunedì in regione per capire se l’azienda potrà tornare effettivamente a produrre ed entro quali tempi. In caso contrario, qualora dovesse perdurare questa situazione di stallo ed incertezza, siamo pronti ad altre clamorose manifestazioni dopo il corteo che abbiamo già svolto nel mese di gennaio per le strade di Cassino», spiegano i rappresentanti dei lavoratori.

I vertici aziendali per il momento non rilasciano alcuna dichiarazione. L’ultima nota ufficiale risale allo scorso 29 gennaio, 48 ore prima del rilascio dell’Aia. In quel documento Rdm Group ha spiegato a chiare lettere che i «cosiddetti fanghi sono materiali che possono - e devono - essere riutilizzati nel ciclo produttivo».

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