Paolo Graldi
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Ucciso da bus turistico, fatale la stretta mancata: dal Comune troppi rinvii

Ucciso da bus turistico, fatale la stretta mancata: dal Comune troppi rinvii
di Paolo Graldi
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Domenica 7 Ottobre 2018, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 14:21
Morire in una via centralissima di Roma, schiacciato da un pullman turistico mentre si attraversa sulle strisce pedonali. Si può riassumere in poche parole, due o tre righe, la tragedia che ha avuto come scenario via Cavour, nel tratto in discesa, con l'asfalto bagnato, a pochi passi dall'hotel Palatino, alle undici di ieri.
Per il resto bisogna dire che tutto ciò è assurdo, inaccettabile, che siamo qui, ancora una volta a raccontare gli esiti, talvolta fatali qualche altra volta prevedibili e evitabili, di una città deregolata, immersa nel caos, frastornata da un ribollire di piccole (ma anche grandi) emergenze.

E' chiaro che nella morte del vice prefetto Giorgio De Francesco, funzionario della Commissione Richiedenti Asilo, non c'entra la fatalità, la distrazione sciagurata, ma si tratta di una grave colpa dell'autista, cittadino di Viterbo, che andrà definita nei dettagli dall'inchiesta.
De Francesco, al cui fianco era la moglie, sfiorata da quel mastodonte impazzito, miracolosamente illesa, è morto sul colpo, proprio a pochi metri da dove inizia la Ztl che filtra il traffico verso il Colosseo e piazza Venezia.
Dal pullman era appena scesa una comitiva di turisti, alloggiati nell'albergo: l'autista era a bordo, vi era appena salito, non si sa ancora bene ma sta il fatto che, il mezzo ha avuto come un balzo in avanti, repentino, micidiale ed è andato a investire il funzionario del Viminale.

C'è una legge non scritta secondo la quale in certe parti di questo Paese servono vittime per convincere le autorità che è necessaria la prudenza e la previdenza per allontanare rischi che sono sotto gli occhi di tutti.
Anche questo, in un certo senso, rientra nella casistica: Roma da anni e anni soffre del soffocamento progressivo prodotto dall'invasione pressoché incontrollata del Grandi Pullman ai quali, va riconosciuto, è legato lo sviluppo turistico della città.
Il fatto è che, a differenza di altre città con imponenti flussi di traffico, da noi non esistono regole imperative e dove esistono vengono disattese, aggirate, violate.
Una guerra che si trascina anche attraverso raffiche di ricorsi al Tar sul fronte di una nuova disciplina delle tariffe, ferme come statue da anni e, si spera, dal prossimo gennaio riviste attraverso il nuovo regolamento approvato dal Campidoglio.

L'impatto di questa invasione che negli esiti ultimi punta a strangolare il centro storico, tra gas di scarico e lamiere ingombranti, è devastante e va ben oltre la lamentata riduzione del traffico commerciale. Le strade sono strette e i pullman giganteschi: in questa lotta della impenetrabilità dei corpi gli incidenti sono assai frequenti, tralasciando i disagi da ingorgo prolungato per la difficoltà delle manovre.

E talvolta sono mortali. E' del luglio scorso la vicenda della studentessa di 22 anni: scesa dal marciapiede di Corso Vittorio Emanuele è stata falciata da un pullman che passava col rosso e che non poteva trovarsi su quella strada.
Ci sono, a volte, battaglie assai aspre per ottenere una revisione e un autentico adeguamento delle leggi che interessano il problema: in Comune, ormai è un coro senza solisti con spartiti diversi, lentezze, indugi. Ripensamenti vengono attribuiti alle pastoie della burocrazia, mentre è ragionevole pensare che lungaggini in molti casi derivano da una flebile determinazione nell'affrontare le questioni ambientali (dalla raccolta rifiuti al degrado urbano): tutto ciò ha rimbalzi pesanti su una città che vuole mettersi alla velocità che il cambiamento promesso esigerebbe.

Il tragico incidente di via Cavour, pur con i suoi risvolti di responsabilità personali, s'inserisce nella problematica più generale di una città dove vivere pericolosamente diviene sempre più una scommessa del quotidiano.
Chi parte e chi arriva deve rispondere alla stessa, cupa domanda: «Tutto bene? Arrivato Bene? Meno Male». Attento al ritorno a casa.
 
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