Alessandro Orsini

L’attacco ai turchi/ Quei demoni indotti nella mente dello stragista

di Alessandro Orsini
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Venerdì 21 Febbraio 2020, 00:00
Un estremista di destra ha aperto il fuoco in due locali ad Hanau abitualmente frequentati da turchi. Spiegare una strage terroristica richiede di osservare la personalità dell’attentatore e la società in cui è maturata la sua pulsione omicida. Per quanto riguarda le caratteristiche individuali, siamo davanti a un caso ricorrente. Durante le mie ricerche etnografiche all’interno dei gruppi neofascisti, ho trovato che i terroristi di estrema destra sono caratterizzati da un universo mentale che presenta sette categorie cognitive. 

Sono troppe per poterle riassumere in questa sede. Mi limiterò, pertanto, a quella più deflagrante, che è la paranoia, da cui scaturisce ciò che ho proposto di chiamare l’“ossessione per la purificazione” ovvero il desiderio di sterminare intere categorie sociali per liberare il mondo dalla presenza del “maligno”. La paranoia dei terroristi di estrema destra nasce dalla convinzione che gli immigrati sbarchino sulle nostre coste con un piano segreto, che è quello di islamizzare l’Europa e ridurre in schiavitù i bianchi. 

Ovviamente si tratta di un delirio: gli immigrati non si conoscono tra loro, non hanno capi, non si coordinano e non hanno alcun piano comune. Arrivano alla rinfusa e poi si disperdono. Alcuni hanno successo; molti altri svaniscono ai margini della società.
In venti anni di ricerche non ho mai trovato alcuna prova documentale, testimonianza orale, fatto o avvenimento, che confermi la tesi dell’islamizzazione dell’Europa. Se fosse vera, milioni di musulmani europei sarebbero saliti sul carro dell’Isis quando lo Stato Islamico era una potenza vincitrice. 

Ma non l’hanno fatto e l’Isis è morto. Il fatto che non l’abbiano fatto - con le scuse per il gioco di parole - è perché gli immigrati che arrivano in Europa hanno un piano tutt’altro che segreto. Il loro piano è di diventare come i borghesi, e cioè liberi e ricchi. Altrimenti non si spiega perché l’Istat registri una quantità così grande di piccoli imprenditori-immigrati. È dunque importante fermare questo punto: la ricerca scientifica dice che non è in corso alcuna islamizzazione dell’Europa e che non esiste nessun piano segreto per sottomettere i “bianchi”. Per concludere, il killer di Hanau è un paranoico animato dall’ossessione della purificazione e non posso registrare novità nei miei studi. 

La novità è un’altra: per la prima volta, un terrorista di estrema destra prende di mira i turchi. E qui passiamo dalle caratteristiche dell’individuo a quelle della società. Per comprendere questo atto inedito, occorre conoscere la differenza tra i terroristi neofascisti e i terroristi jihadisti. Mentre i jihadisti che vivono a Parigi ricevono informazioni dirette sulla Siria dai jihadisti che vivono in loco, i terroristi di estrema destra conoscono la Turchia indirettamente attraverso i media occidentali e i discorsi dei leader politici. 

Il che significa che, mentre l’universo cognitivo dei jihadisti europei viene manipolato dall’“esterno”, quello dei terroristi neofascisti viene manipolato dall’“interno” e cioè dalla società a cui appartengono. Questo chiarimento consente agli europei di invertire lo sguardo e guardarsi allo specchio. La strage contro i turchi in Germania punta i riflettori su di noi. Siamo infatti noi che abbiamo disseminato un sentimento ostile contro Erdogan e la Turchia.
Questo non deve stupire giacché, nel sottosuolo della civiltà occidentale, striscia una propensione culturale alla demonizzazione dell’“altro”, che emerge periodicamente in superficie come un fiume carsico. Il processo di demonizzazione diventa impetuoso quando l’Europa vuole ottenere qualcosa, ma trova un Paese extra-europeo a sbarrarle il passo. È il caso della Turchia.

L’Europa e gli Stati Uniti hanno alimentato la guerra civile in Siria, ma non vogliono immigrati in casa propria. Quando l’Europa ha chiesto alla Turchia di prendersi tutti i profughi siriani e Erdogan ha chiesto fondi per fronteggiare quest’impresa titanica, i media europei hanno avviato il processo di demonizzazione della Turchia, che ha conosciuto un’intensificazione dopo la decisione di Erdogan di intervenire in Libia in difesa del governo di Tripoli, peraltro appoggiato dall’Italia. 
Siccome l’Europa vuole scaricare il problema dei profughi sulla Turchia, problema causato dalla guerra civile in Siria alimentata da Europa e Stati Uniti, e siccome non vuole i turchi in Libia, questi vengono ritratti a tinte fosche. 
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