Whirlpool: decreto per crisi industriali non basta per restare a Napoli

Whirlpool: decreto per crisi industriali non basta per restare a Napoli
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Lunedì 2 Settembre 2019, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 20:07
Il decreto sulle crisi aziendali, approvato salvo intese ma che sarebbe comunque in dirittura d'arrivo in Gazzetta Ufficiale, contiene «interventi non sufficienti a garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo e la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)». Lo afferma la stessa azienda di elettrodomestici ribadendo quindi che «l'unica soluzione percorribile è dare una nuova missione produttiva al sito».

«I 16,9 milioni di euro previsti dal testo del decreto legge per il biennio 2019-2020 sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti di Whirlpool in Italia: questa non è un'opzione in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021», precisa l'azienda. Inoltre, prosegue la nota, «il potenziale beneficio sarebbe distribuito su tutti i siti italiani e non rappresenterebbe un intervento strutturale per il futuro a lungo termine di Napoli, soprattutto se comparato agli sforzi e agli investimenti pari a circa 100 milioni di euro messi in campo dall'azienda negli ultimi anni».

L'azienda, si legge ancora, «ha sempre confermato la volontà di voler garantire la continuità industriale dello stabilimento e i massimi livelli occupazionali al fine di dare un futuro sostenibile ai colleghi di Napoli: si ribadisce che l`unica soluzione percorribile è dare una nuova missione produttiva al sito».

Whirlpool Emea è quindi pronta a presentare nel dettaglio la nuova missione industriale per lo stabilimento di Napoli e per i suoi 410 dipendenti.

«Ancora una volta il management di Whirlpool mette in discussione l'accordo sottoscritto a ottobre scorso, e ancora una volta lo fa rilasciando una nota stampa, ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento di Napoli - commenta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom -. Questo per noi è inaccettabile, occorre riprendere la trattativa ripartendo dal punto dove c'eravamo lasciati e cioè dall'impegno dell'azienda a preparare un piano quinquennale di rilancio dello stabilimento di Napoli, a partire dall'implementazione della produzione delle lavatrici. L'azienda quindi si attrezzi per riavviare il tavolo di confronto e la smetta di diramare comunicati che lasciano il tempo che trovano».

Le dichiarazioni di Whirlpool «mettono in evidenza ciò che da mesi denunciamo, cioè quello di un doppio binario di intenti da parte dell'azienda che continua un balletto indecoroso sulle sue posizioni. Mentre al tavolo negoziale si stanno discutendo le varie opzioni per evitare che lo stabilimento di Napoli perda la sua missione di produzione di lavatrici, le dichiarazioni a mezzo stampa dell'azienda esplicitano prese di posizione nette rispetto al vero obiettivo che vogliono perseguire ossia la riconversione industriale del sito campano». Così la Segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani che considera le dichiarazioni dell'azienda «inaccettabili»

«Che il provvedimento del Governo avesse colto solo in parte le nostre richieste e non fosse ancora sufficiente a far cambiare idea a Whirlpool lo avevamo detto subito, ma costituisce un punto di partenza importante su cui lavorare. Whirlpool non cerchi alibi e anzi ci aiuti a chiedere quelle modifiche che sono necessarie a dare una svolta alla vertenza». Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore degli elettrodomestici. «La cifra di 16,9 milioni straziata dal Governo - dichiara Ficco - corrisponde in teoria alla cifra che inizialmente era
stata ipotizzata per rilanciare Napoli nell'accordo di ottobre poi ripudiato da Whirlpool, ma in effetti per come è scritta la norma la cifra non è effettiva né strutturale. Al primo incontro del tavolo tecnico tenutosi a luglio abbiamo già chiesto al Governo di modificarla per sostenere investimenti utili a far tornare competitivo lo stabilimento sul lungo periodo. Al prossimo incontro che dovrebbe essere convocato a breve sarebbe utile che partecipasse anche la Regione Campania, che a suo tempo si è detta disponibile a dare un contributo se ci sarà una soluzione davvero sostenibile». «A questo punto della vertenza - conclude Ficco - è essenziale che ci sia continuità nella gestione della vertenza e che, comunque si concluda la crisi di Governo, si parta da quanto discusso fino a ora, si migliorino le proposte in campo e quindi si provi davvero tutto insieme a salvare la fabbrica di Napoli».

 
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