Vaccini, ai Paesi poveri solo le briciole

Vaccini, ai Paesi poveri solo le briciole
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 17:32
(Teleborsa) - La corsa al vaccino ha portato in superficie ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la disuguaglianza tra le diverse aree del mondo.

Il prossimo anno in 67 Paesi poveri si potrà vaccinare solo 1 persona su 10 contro il Covid-19, a meno che non vengano intraprese azioni urgenti da parte dei Governi e dell'industria farmaceutica, per assicurarsi che vengano prodotte le dosi necessarie a soddisfare il reale fabbisogno mondiale. Al contrario, le nazioni più ricche hanno acquistato dosi sufficienti per vaccinare la loro intera popolazione quasi tre volte entro la fine del 2021, se i vaccini attualmente in sperimentazione clinica saranno tutti approvati per l'uso. Un paese come il Canada si è assicurato dosi sufficienti a vaccinare la propria popolazione quasi 5 volte, l'Unione europea 2,3 volte.

Questo l'allarme lanciato oggi da Oxfam insieme alle organizzazioni della People's Vaccine Alliance di cui fa parte, tra cui Amnesty International, Frontline AIDS e Global Justice Now. Secondo l'attuale trend, siamo di fronte a un'enorme disuguaglianza nell'accesso al vaccino, che è il principale strumento per debellare la pandemia.

Senza un'inversione di marcia miliardi di persone nei paesi a basso e medio reddito saranno tagliate fuori per gli anni a venire.

Dall'analisi dei dati sugli accordi chiusi tra paesi e case farmaceutiche – raccolti dall'istituto di analisi e informazione scientifica Airfinity – risulta che i paesi ricchi, con il solo il 14% della popolazione mondiale, hanno già acquistato il 53% di tutti i vaccini più promettenti finora. Dall'altro lato, 67 paesi a reddito medio-basso e basso rischiano di essere lasciati indietro sebbene 5 - Kenya, Myanmar, Nigeria, Pakistan e Ucraina - abbiano registrato quasi 1,5 milioni di contagi.

"A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che possiede. – ha dichiarato Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia - Senza un'inversione di marcia, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19 negli anni a venire".

Da qui l'appello a tutte le aziende farmaceutiche che lavorano sui vaccini covid-19 a condividere la loro tecnologia e i diritti di proprietà intellettuale, aderendo all'iniziativa Covid-19 Technology Access Pool, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Solo così potranno essere prodotte miliardi di dosi di vaccini sicuri ed efficaci, messi a disposizione di tutti coloro che ne avranno bisogno.

Non solo. La People's Vaccine Alliance chiede inoltre ai Governi di fare tutto ciò che è in loro potere per garantire che i vaccini covid-19 diventino un bene pubblico globale – distribuito equamente, in base ai bisogni e somministrato gratuitamente alla popolazione. Un primo passo sarebbe sostenere la proposta presentata questa settimana dal Sudafrica e dall'India al Consiglio dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, di sospendere i diritti di proprietà intellettuale per i vaccini, i test e le terapie fino a quando tutti non saranno protetti.

"L'accaparramento dei vaccini da parte di pochi paesi rischia di vanificare gli sforzi globali per garantire che tutti, ovunque possano essere protetti dal virus. - denuncia Steve Cockburn, responsabile per la giustizia economica e sociale di Amnesty International- I paesi ricchi hanno chiari obblighi in materia di diritti umani, dovendosi non solo astenere da azioni che potrebbero danneggiare l'accesso ai vaccini altrove, ma fornendo cooperazione e assistenza ai paesi che ne hanno bisogno. Acquistando la stragrande maggioranza della fornitura mondiale di vaccini, i paesi ricchi violano dunque i loro obblighi in materia di diritti umani".
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