Uber sbarca a Wall Street ma il debutto è in calo. L'app valutata 75 miliardi

Uber sbarca a Wall Street ma il debutto è in calo. L'app valutata 75 miliardi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Maggio 2019, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 00:30
Uber sbarca a Wall Street ma i titoli scivolano. Nel primo giorno di contrattazioni l'app che fornisce un servizio di auto con autista sostitutivo del taxi perde il 7% a 41,5 dollari. Il prezzo per l'offerta pubblica iniziale di Uber era stato fissato a 45 dollari per azione. L'azienda ha collocato 180 milioni di titoli, raccogliendo 8,1 miliardi di dollari per una valutazione monstre di 75 miliardi, risultato da capogiro ma inferiore ai 120 miliardi stimati, per una azienda che al momento perde soldi (1,8 miliardi il rosso operativo nel 2018) e prevede di perderne ancora in futuro.

Lo sbarco di Uber a Wall Street avviene nel giorno dell'entrata in vigore dei dazi di Donald Trump nei confronti della Cina. Una situazione non proprio ideale per quella che viene considerata una delle Ipo più grandi della storia.

La corsa della società di ride sharing verso la piazza statunitense si chiude con una quotazione penalizzata anche dalle proteste globali portate avanti dagli autisti del colosso dei trasporti per l'atipico inquadramento come autonomi (contractor) anziché come dipendenti. Proteste si sono avute in questi giorni a Londra, New York e nelle principali città dove è presente il servizio.

Il prezzo di collocamento è stato fissato così verso la parte bassa della forchetta che era stata indicata fra 44 e 50 dollari. Il gruppo delle auto scure ha venduto 180 milioni di titoli a quel prezzo raccogliendo 8,1 miliardi di dollari e raggiungendo una valutazione di oltre 80 miliardi ma al di sotto dei 120 miliardi a cui aveva puntato lo scorso anno.

L'azienda sembra avere preferito un approccio cauto nel determinare il prezzo con cui iniziare gli scambi anche al fine di evitare la debacle di Lyft, il gruppo rivale che si è quotato il 29 marzo scorso raccogliendo 2,3 miliardi e raggiungendo una valutazione di 24 miliardi. A parte un rally iniziale, il titolo Lyft è stato protagonista di una ondata di vendite che lo ha visto scendere dal prezzo di collocamento di 72 dollari ai 55,18 dollari di ieri. Ma la valutazione nella parte bassa del range non è bastato a evitare un calo.

Comunque sia, l'Ipo di Uber è la più grande per un'azienda tech statunitense da quella del 2012 di Facebook ed è la decima più grande in assoluto in Usa. Il titolo debutterà oggi al New York Stock Exchange con simbolo Uber.

La quotazione porterà una cascata di denaro su fondatori e manager della società. Il cofondatore ed ex numero uno Travis Kalanick, quello cacciato nel 2017 per via di una leadership e una condotta controversa, ha una quota che vale 5,3 miliardi. Quella dell'altro cofondatore, Garrett Camp, vale 3,7 miliardi e quella del primo dipendente dell'azienda, Ryan Graves, vale 1,15 miliardi. La quota dell'amministratore delegato Dara Khosrowshahi vale 8,8 miliardi. 

Il più grande socio di Uber, il Vision Fund della giapponese Softbank, vanta una quota di 10 miliardi di dollari sulla base del prezzo di collocamento (nel gennaio 2018 aveva iniettato 7,7 miliardi nel gruppo). Alphabet, la holding a cui fa capo Goolge, può contare su una quota da 3,2 miliardi. 

Khosrowshahi è l'amministratore deelgato della svolta. Arrivato nel 2017 dopo la cacciata del fondatore e leader storico Kalanick, travolto dagli scandali, ha portato a termine la sua missione. Ora spiega come davvero la sua azienda abbia l'ambizione di costruire una nuova Amazon, andando al di là della sua attività tradizionale ed espandendo le operazioni a tutto campo, sfruttando la sua piattaforma digitale per sviluppare i servizi più disparati nel campo della cosiddetta 'gig economy': da Uber Eats, per portare il cibo a domicilio, a Uber Freight per consegnare pacchi e posta, alla mobilità urbana su scooter o biciclette. Solo per fare qualche esempio. Ci sarà da sudare: il numero uno ha spiegato che il 2019 farà registrare un picco delle perdite, ma poi si comincerà a crescere velocemente. Almeno questa è la speranza. Intanto si preparano a seguire la strada di Uber altre famose startup, pronte al grande salto in Borsa entro il 2019, a partire da Airbnb.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA