La variante Delta, ha spiegato l'associazione, ha sostanzialmente abbattuto il traffico passeggeri nella prima metà del 2021 (-77,7% rispetto al 2019), perché sono stati reintrodotti blocchi e severe restrizioni di viaggio e la maggior parte dei mercati intercontinentali è rimasta fuori portata. Il lancio dei vaccini combinato con i certificati digitali Covid dell'UE e la riapertura del mercato transatlantico a novembre hanno visto migliorare il traffico passeggeri nella seconda metà dell'anno (-42,4% rispetto al 2019), sebbene la variante Omicron abbia interrotto quella dinamica a dicembre.
Mentre il traffico passeggeri ha seguito un percorso di progressivo miglioramento tra giugno (-66,3%) e novembre (-35,2%) rispetto ai livelli pre-pandemia (2019), a dicembre è infatti tornato ad invertire la rotta (-39,2%). L'impatto di Omicron si è concentrato sul mercato UE+1, dove gli aeroporti hanno registrato un calo del traffico passeggeri del 44,1% a dicembre rispetto al -38,1% di novembre. La variante, invece, non ha impedito modesti guadagni nel resto d'Europa (-17,1% a dicembre contro -19% a novembre).
"La reazione istintiva di molti governi che hanno ignorato la guida dell'ECDC e si sono affrettati a reimporre divieti di viaggio e altre restrizioni, anche per i viaggi intraeuropei, ha bloccato la nostra ripresa – ha aggiunto Jankovec –. Tuttavia, queste restrizioni di viaggio non hanno fatto nulla per fermare la diffusione di Omicron, come riconosciuto solo la scorsa settimana dall'OMS e evidenziato anche da un recente rapporto Oxera & Edge Health3 che esamina la situazione nel Regno Unito".
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