Tasse, tavoli all’aperto, Tari e Imu: tutti i tagli sui «costi fissi» nel decreto Sostegni

Suolo pubblico e rifiuti verso lo stop alle tasse
di Andrea Bassi
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Giovedì 22 Aprile 2021, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 16:50

Tavoli all’aperto «tax free» almeno fino a fine anno. E poi una consistente riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti, per le imprese ma lasciando ai Comuni la decisione di come agire. Ed ancora, l’annullamento della prima rata dell’Imu per gli esercizi commerciali colpiti dalla pandemia e della seconda rata per il settore del turismo. Uno sconto sui costi “fissi” delle bollette elettriche e uno sconto fiscale de 60 per cento sui canoni di affitto dei negozi, oltre all’introduzione di una cedolare secca per quei proprietari che ridurranno i canoni.

Il governo lavora a pieno regime al taglio dei «costi fissi» per le imprese e le Partite Iva da inserire nel prossimo decreto sui sostegni.

Il provvedimento non arriverà prima della metà della prossima settimana, perché fare ordine tra tutte le norme per impegnare i 40 miliardi di euro dell’ultimo scostamento di bilancio non è semplice. Inoltre il governo è alla ricerca di un compromesso con il Parlamento.

In Senato, infatti, è in discussione il decreto da 32 miliardi approvato a marzo dal governo Draghi. Si sta insomma decidendo quali norme inserire all’interno del provvedimento già incardinato a Palazzo Madama, e cosa invece in quello che dovrà essere licenziato dal consiglio dei ministri a inizio maggio. Ma alcuni punti fermi iniziano ad esserci a prescindere da quale sarà il veicolo.

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La sospensione

A partire dalla sospensione del pagamento fino a fine anno della Tosap (la tassa per l’occupazione del suolo pubblico) e della Cosap (il canone per l’uso di spazi pubblici). Del resto, con la possibilità per i ristoranti di servire pranzi e cene solo all’aperto, sarebbe difficile far pagare queste tasse a una categoria praticamente in ginocchio. Anche sulla Tari dovrebbe arrivare un taglio consistente. Ma l’orientamento del governo non è di intervenire direttamente sulla tariffa attraverso l’Arera.

Piuttosto sarà finanziato un fondo per i Comuni (che dovrebbe oscillare tra 700 milioni e un miliardo di euro) lasciando poi a questi ultimi la decisione su come agire. Un’altra cancellazione data ormai quasi per certa, è quella della prima rata dell’Imu per gli esercizi commerciali e della seconda rata (la prima è già stata sospesa) per le attività turistiche. L’intenzione del governo poi, è anche quella di provare ad alleggerire il peso dei canoni di affitto sempre per le attività commerciali.

Arriverà ormai certamente, il rifinanziamento di un credito di imposta del 60 per cento per gli inquilini. Ma c’è l’idea di introdurre un consistente sconto fiscale, sotto forma di cedolare secca, per i proprietari che abbasseranno i canoni. Così come, poi, dovrebbe essere replicato lo sconto sulle bollette elettriche attraverso un taglio temporaneo degli oneri di sistema che pesano sulle fatture delle società energetiche. Oltre che sul fronte del “ristoro” sui costi fissi, si lavora anche sul alto degli indennizzi. Per ora il governo sarebbe intenzionato a confermare il meccanismo di calcolo basato sul calo del fatturato, ritenuto il modo più veloce per far arrivare i soldi nelle casse delle imprese e delle Partite Iva.

Ci sarebbe però una modifica importante. Il periodo per verificare la riduzione dei ricavi sarebbe allungata fino a marzo aprile del 2021. L’altro capitolo, ritenuto dal governo probabilmente il più importante per la ripresa, è quello della liquidità. Le moratorie sui mutui e sui prestiti delle imprese verranno prorogate fino alla fine dell’anno. Si studia però, anche un allungamento della scadenza dei rimborsi. Per i prestiti erogati attraverso la garanzia Italia di Sace, attualmente il rientro deve avvenire in 6 anni. Potrebbe essere portato a 15 anni. Mentre per i prestiti fino a 30 mila coperti al 100 per cento dalla garanzia pubblica, si starebbe valutando la possibilità di alzare l’importo del finanziamento fino a 100 mila euro.

Il vertice

Intanto il ministro del lavoro Andrea Orlando, ha illustrato ai sindacati una bozza di riforma degli ammortizzatori sociali. Il documento prevede un aumento del massimale della Cassa integrazione. L’assegno sarà ritoccato verso l’alto a 1.199 euro rispetto agli attuali 998,18 euro lordi previsti per retribuzioni mensili fino a 2.159,48 euro. Novità anche per la Cassa integrazione straordinaria che dovrebbe essere estesa a tutte le imprese con oltre 15 dipendenti, mentre per quelle con meno di 5 lavoratori sarà introdotta una misura ad hoc. In questo modo dunque, scomparirebbe di fatto la cassa in deroga. Le causali Cig resteranno la crisi aziendale, la riorganizzazione, la cessazione di attività, le crisi locali e settoriali.

Tutti gli strumenti, prevede sempre la bozza della riforma, saranno poi agganciati alle politiche attive. Viene inoltre prevista una Dis-coll più lunga e un decalage della Naspi dal sesto mese in poi. Attualmente la dis coll, l’indennità di disoccupazione mensile prevista per i collaboratori coordinati e continuativi che abbiano perso il lavoro è a corrisposta per un numero di mesi pari alla metà dei mesi di contribuzione tra il primo gennaio dell’anno precedente e la cessazione della collaborazione. Per la Naspi invece il governo punterebbe ad allungare i tempi del calcolo del decalage portando da 4 a 6 i mesi da cui partirebbe il calcolo del taglio del 3% su una retribuzione pari al 75% del salario che si percepiva prima della disoccupazione. 

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