E la linea di prudenza per i danni dal coronavirus è condivisa dal ministro dell'economia Roberto Gualtieri, che
partecipa alla tavola rotonda nel pomeriggio e anche dall'ex ministro Domenico Siniscalco (ora vice chairman di Morgan Stanley). È chiaro che nel 2002 con la Sars si ebbe solo la perdita di alcuni decimi di punto nella domanda aggregata ma da allora il peso della Cina nell'economia mondiale è accresciuto enormemente e inoltre la reazione rapida, questa volta, ha portato a un blocco di molte attività e movimenti di merci e persone, utili sotto l'aspetto sanitario ma sicuramente meno per l'economia.
Gualtieri comunque si dimostra decisamente più ottimista sulle prospettive dell'economia italiana: vediamo «un recupero nel primo semestre 2020 al quale l'azione di governo intende concorrere» e i dati sulla finanza pubblica per i primi mesi dell'anno (come il fabbisogno) inducono all'ottimismo. Ci sono poi 3 miliardi di risparmi dalla spesa sui tassi di interesse grazie al calo dello spread. Il ministro raccoglie l'invito del governatore al rilancio degli investimenti che vanno anche «orientati» con una politica industriale per supportare le aziende nella trasformazione. E non a caso Gualtieri cita il caso dell'ex Ilva dove si punta a un accordo, entro fine febbraio, fra l'esecutivo e Arcelor Mittal per il rilancio dell'impianto di Taranto con una partnership pubblico/privato. Visco però avvisa come è che vero che la stabilità politica ha portato alla riduzione dello spread ma «non si è ancora riusciti a sconfiggere la vulnerabilità legata alle prospettive di medio termine della finanza pubblica e della crescita economica». Inoltre lo spread Btp/Bund a 140 punti, «resta quasi il doppio» di Spagna e Portogallo.
Certo dal governatore arriva un messaggio anche di speranza: «questo è un paese ricco di storia, di tradizione e diversità, che vanno non solo ricordate ma vissute» afferma, e credo «sia importante non avvilirsi nel solo ricordo degli anni difficili che hanno accompagnato quest'ultimo periodo».
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