L'intesa Salvini-sindacati: «Non blocchiamo l'Italia». Interventi per 50 miliardi

Al ministero incontro durato due ore. Cisl e Uil aprono al Ponte sullo Stretto

L'intesa Salvini-sindacati: «Non blocchiamo l'Italia». Interventi per 50 miliardi
di Francesco Bechis
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Giovedì 11 Maggio 2023, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 09:20

Ponti, ferrovie, strade. E poi il Pnrr, «spenderemo fino all'ultimo centesimo». Meno piazze e comizi, più cantieri e testa ai dossier. Il "ravvedimento operoso" di Matteo Salvini è tutto racchiuso nel "Cantiere Italia" - il piano per le infrastrutture del governo Meloni a cui il ministro e vicepremier leghista lavora da mesi - presentato ieri al ministero di fronte ai sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Ugl. È trascorsa solo una settimana dal conclave ad alta tensione a Palazzo Chigi tra le principali sigle e la premier Giorgia Meloni sul decreto lavoro. Sembra di più a sentire il bilancio dei leader sindacali all'uscita dagli uffici del Mit di Porta Pia dopo due ore di riunione con Salvini che sospira: «Mi conforta che non vogliate bloccare il Paese».

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I DOSSIER

Al centro ancora il Ponte sullo Stretto, il vero cruccio del leader della Lega che assicura: «È una priorità e sarà transitabile entro il 2032».

Promosso con o senza riserve da buona parte dei sindacati, eccetto la Cgil che resta in trincea con il governo, «non è una priorità in questo momento» chiude la vicesegretaria Gianna Fracassi. Un risultato comunque degno di nota se è vero che a fare sponda con il governo nella "Triplice" questa volta non c'è solo il sindacato bianco della Cisl, «piena condivisione» sul progetto del Ponte, dice il segretario confederale Andrea Cuccello.

Un'apertura arriva infatti anche dalla Uil di Pierpaolo Bombardieri che all'uscita pronuncia a sorpresa parole al miele per il ministro delle Infrastrutture: «Oggi è successo un fatto straordinario, che interrompe la prassi con questo governo, ci sono stati consegnati dei pezzi di carta». E lui, il segretario Uil, è il protagonista di un siparietto che aiuta a distendere il clima di un incontro che si preannunciava assai spinoso, regalando a Salvini il modellino di un ponte. «Ministro, se ci tiene può sempre costruire questo..». «Ma questo è made in China!», scherza il leghista di rimando. Sul tavolo Salvini sfoglia il piano di spesa per i trasporti italiani. «Per il 2023 sono 50 miliardi», fa i conti il vicepremier tra fondi già stanziati e progetti del Pnrr. Senza le risorse Ue il "Cantiere Italia" non prende vita e lo sa Salvini che non solo si augura di spendere «fino all'ultimo centesimo» del piano - mettendo a tacere i distinguo del suo partito emersi nelle scorse settimane - ma si spinge a chiederne di più, «se arriveranno altri fondi li investiremo in edilizia sociale e contro la dispersione idrica». Tant'è. Perfino sul terreno più scivoloso del Codice degli appalti la rossa Uil allunga un ramoscello d'ulivo. Dice ancora Bombardieri: «Il ministro ha preso l'impegno ad affrontare in corso di approvazione del decreto alla Camera questo tema e aspetteremo di capire se avverrà».

Non sarà abbastanza per spezzare l'asse sindacale - Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza sabato a Milano contro il decreto lavoro e il 20 maggio per la mobilitazione unitaria - ma un primo cuneo Salvini è riuscito a inserirlo, almeno sul fronte dei cantieri italiani. E se qualcuno con un po' di malizia vede nel vertice del vicepremier - mentre Meloni è a Praga - un'altra puntata del "controcanto" leghista alla premier, lui non la vede così e al ministero ci tiene a sciorinare i numeri dei progetti a venire. «Non c'è solo il Ponte, anche il collegamento stabile tra Italia e Sicilia è una priorità, stiamo investendo circa 30 miliardi in viabilità stradale e ferroviaria». Sui binari dei treni italiani in tilt un po' ovunque in Italia viaggia il grosso dei fondi europei per la ripresa e per questo Salvini marca il territorio, «tra Anas e Rfi, fra opere in corso e in partenza sono stati avviati 48 miliardi di euro di investimenti su tutte le infrastrutture nazionali, se avessero prevalso le logiche dei no-Tav staremmo spendendo zero». Partita delicata, quella ferroviaria, mentre si attende la decisione finale sulle nomine di Rfi su cui è ancora stallo (in pole Umberto Lebruto e Gianpiero Strisciuglio). Su questo Salvini, inseguito dai cronisti alla Camera, non proferisce parola. È pomeriggio e ormai la testa è a San Siro e il derby europeo. «Vince l'Inter..», gufa ridendo il ministro milanista in Transatlantico.

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