Ponti, ferrovie, strade. E poi il Pnrr, «spenderemo fino all'ultimo centesimo». Meno piazze e comizi, più cantieri e testa ai dossier. Il "ravvedimento operoso" di Matteo Salvini è tutto racchiuso nel "Cantiere Italia" - il piano per le infrastrutture del governo Meloni a cui il ministro e vicepremier leghista lavora da mesi - presentato ieri al ministero di fronte ai sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Ugl. È trascorsa solo una settimana dal conclave ad alta tensione a Palazzo Chigi tra le principali sigle e la premier Giorgia Meloni sul decreto lavoro. Sembra di più a sentire il bilancio dei leader sindacali all'uscita dagli uffici del Mit di Porta Pia dopo due ore di riunione con Salvini che sospira: «Mi conforta che non vogliate bloccare il Paese».
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I DOSSIER
Al centro ancora il Ponte sullo Stretto, il vero cruccio del leader della Lega che assicura: «È una priorità e sarà transitabile entro il 2032».
Un'apertura arriva infatti anche dalla Uil di Pierpaolo Bombardieri che all'uscita pronuncia a sorpresa parole al miele per il ministro delle Infrastrutture: «Oggi è successo un fatto straordinario, che interrompe la prassi con questo governo, ci sono stati consegnati dei pezzi di carta». E lui, il segretario Uil, è il protagonista di un siparietto che aiuta a distendere il clima di un incontro che si preannunciava assai spinoso, regalando a Salvini il modellino di un ponte. «Ministro, se ci tiene può sempre costruire questo..». «Ma questo è made in China!», scherza il leghista di rimando. Sul tavolo Salvini sfoglia il piano di spesa per i trasporti italiani. «Per il 2023 sono 50 miliardi», fa i conti il vicepremier tra fondi già stanziati e progetti del Pnrr. Senza le risorse Ue il "Cantiere Italia" non prende vita e lo sa Salvini che non solo si augura di spendere «fino all'ultimo centesimo» del piano - mettendo a tacere i distinguo del suo partito emersi nelle scorse settimane - ma si spinge a chiederne di più, «se arriveranno altri fondi li investiremo in edilizia sociale e contro la dispersione idrica». Tant'è. Perfino sul terreno più scivoloso del Codice degli appalti la rossa Uil allunga un ramoscello d'ulivo. Dice ancora Bombardieri: «Il ministro ha preso l'impegno ad affrontare in corso di approvazione del decreto alla Camera questo tema e aspetteremo di capire se avverrà».
Non sarà abbastanza per spezzare l'asse sindacale - Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza sabato a Milano contro il decreto lavoro e il 20 maggio per la mobilitazione unitaria - ma un primo cuneo Salvini è riuscito a inserirlo, almeno sul fronte dei cantieri italiani. E se qualcuno con un po' di malizia vede nel vertice del vicepremier - mentre Meloni è a Praga - un'altra puntata del "controcanto" leghista alla premier, lui non la vede così e al ministero ci tiene a sciorinare i numeri dei progetti a venire. «Non c'è solo il Ponte, anche il collegamento stabile tra Italia e Sicilia è una priorità, stiamo investendo circa 30 miliardi in viabilità stradale e ferroviaria». Sui binari dei treni italiani in tilt un po' ovunque in Italia viaggia il grosso dei fondi europei per la ripresa e per questo Salvini marca il territorio, «tra Anas e Rfi, fra opere in corso e in partenza sono stati avviati 48 miliardi di euro di investimenti su tutte le infrastrutture nazionali, se avessero prevalso le logiche dei no-Tav staremmo spendendo zero». Partita delicata, quella ferroviaria, mentre si attende la decisione finale sulle nomine di Rfi su cui è ancora stallo (in pole Umberto Lebruto e Gianpiero Strisciuglio). Su questo Salvini, inseguito dai cronisti alla Camera, non proferisce parola. È pomeriggio e ormai la testa è a San Siro e il derby europeo. «Vince l'Inter..», gufa ridendo il ministro milanista in Transatlantico.