Cir vende Repubblica a Exor. Ora scatta l'Opa. Balzo dei titoli Gedi in Borsa

Cir vende Repubblica a Exor. Ora scatta l'Opa. Balzo dei titoli Gedi in Borsa
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Martedì 3 Dicembre 2019, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 15:59
Una riunione fiume, durata fino a tarda sera, per definire tutti i dettagli della vendita di Gedi, il gruppo editoriale cui fa capo Repubblica, alla Exor della famiglia Agnelli. Cir, la holding controllata dai fratelli Rodolfo, Marco ed Edoardo De Benedetti, ed Exor hanno sottoscritto un accordo vincolante per il trasferimento del 43,78% di Gedi e quindi del controllo della stessa. Il corrispettivo della cessione è stato fissato in 0,46 euro per azione, pari a un prezzo complessivo di 102,4 milioni. L'operazione verrà completata entro il primo quadrimestre 2020. Successivamente Exor lancerà un'Opa sulle azioni Gedi che ancora non possiede. Cir, spiega un comunicato, «intende reinvestire nella nuova società, al valore corrispondente al prezzo dell’Opa, acquisendo una quota pari al 5% di Gedi in trasparenza, al fine di accompagnare l’evoluzione della società editoriale nei prossimi anni».

«Passiamo il testimone ad un azionista di primissimo livello, che da più di due anni partecipa alla vita della Società, che conosce l'editoria e le sue sfide, che in essa ha già investito in anni recenti e che anche grazie alla propria proiezione internazionale saprà sostenere il gruppo nel processo di trasformazione digitale in cui esso, come tutto il settore, è immerso», ha dichiarato Rodolfo De Benedetti. «Con questa operazione ci impegniamo in un progetto imprenditoriale rigoroso, per accompagnare Gedi ad affrontare le sfide del futuro - ha commentato il presidente di Exor, John Elkann - Oltre a portare l'esperienza maturata nel settore, anche a livello internazionale, Exor assicurerà la stabilità necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo».

La compravendita, preannunciata venerdì sera su richiesta della Consob viste le indiscrezioni circolate al riguardo, segna il passaggio del gruppo dalla famiglia De Benedetti alla finanziaria guidata da John Elkann che di Gedi è già socio con una quota del 5,99% davanti agli altri azionisti di minoranza Giacaranda Falck (al 5,08%) e Carlo Perrone (5,02%). Quali sono i progetti della holding degli Agnelli, già proprietaria del settimanale britannico The Economist, lo avevano anticipato da subito fonti vicine a Elkann nel weekend, escludendo lo scorporo di Repubblica. Era stato proprio il timore che il quotidiano potesse essere ceduto ad altri soggetti a spingere Carlo De Benedetti a offrire lo scorso ottobre 0,25 euro per azione tramite Romed per il 29,9% di Gedi ai figli Rodolfo e Marco. Proposta tuttavia giudicata irricevibile.

Il titolo Gedi nel giorno successivo all'annuncio dell'offerta balza del 60% a Piazza Affari e si allinea al prezzo dell'offerta Exor. Le azioni, che in apertura non erano riuscite a fare prezzo e che ieri erano sospese dalle contrattazioni, trattano in rialzo del 60,21% a 0,455 euro. Brusco scivolone invece per Cir (-5,95%) e per Cofide (-3,97%). In netto rialzo Exor che sale dell'1,12%.

«Si tratta di un prezzo a premio rispetto al nostro target di 0,35 euro per azione - commentano gli analisti di Equita - e su multipli a premio rispetto a quelli dei concorrenti come Cairo, Rcs o Vocento in Spagna». Per Exor, l'investimento è al massimo di 208 milioni, ipotizzando che l'opa raccolga il massimo possibile, pari complesivamente all'89% del capitale di Gedi (escludendo il 5% che terrà Cir e il 6% già detenuto dalla holding). 
J. O.
 
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