Misiani fa notare che nella stesura della bozza "proposte di modifica sono state avanzate da tutte le forze di maggioranza. Italia Viva ne ha presentate molte. Il Pd meno da un punto di vista numerico, ma estremamente significative. La versione finale del Piano tiene molto conto di questo dibattito. Digitalizzazione e transizione ecologica facevano la parte del leone e continuano a farla, come del resto prescrive la Commissione UE. Le risorse aumentano, e di molto, su tre capitoli. La sanità: da 9 a 20 miliardi. Inclusione e coesione sociale: da 17 a 28 miliardi. Istruzione e ricerca: da 19 a 28 miliardi. Sono cambiamenti che dimostrano l'utilità della discussione politica che si è sviluppata".
Quanto alla governance "è aspetto di fondamentale importanza che verrà definito non appena consolidato il contenuto progettuale" del Recovery Plan. Una "cabina di regia serve, ma non può essere un corpo estraneo all'amministrazione nè tanto meno ledere le prerogative del Governo e del Parlamento".
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