Sono impressionanti i dati dell'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare Lievitati sui prezzi dell'olio, lievitati a dismisura rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: l'olio extravergine d'oliva italiano è raddoppiato (+99,7%), mentre l'olio vergine d'oliva registra un incremento del +128,3%.
Non si arresta il prezzo della benzina: al servito è 2,122 euro/litro. Diesel a 2,047 euro/litro
Ma l'impennata dei prezzi non coinvolge solo l'olio 100% italiano: hanno registrato un brusco aumento anche quelli di origine comunitaria e addirittura gli oli che utilizzano materia prima extra Ue. I dati sono riferiti al prezzo all'ingrosso dell'agosto appena trascorso, e si stima che non si tratterà di rincari temporanei: «Il problema sono le scorte - spiega David Granieri, vicepresidente della Coldiretti e presidente di Unaprol, che respinge ogni sospetto di speculazione - da una stima che ci siamo fatti per ricapitalizzare i magazzini ci vorranno almeno due anni, ammesso e non concesso che abbiamo due anni altamente produttivi»
Le cause dell'aumento
Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola - la più grande organizzazione nazionale di produttori olivicoli che raggruppa 47 cooperative - è intervenuto per chiarire le ragioni di questo brusco aumento del prezzo: «Da maggio in poi la siccità ha regnato sovrana al Sud e al Centro e quindi stiamo facendo irrigazione dove possiamo farlo. E questo sta aumentando i costi perchè al Sud si tira l'acqua da 1.500 metri di profondità con spese energetiche e di carburante esplose.
Un problema di scarsità d'acqua, ma non solo: «In Puglia 24 milioni di piante sono state distrutte dalla Xylella e nessuno ne parla. Le tre province colpite producevano un milione di quintali? Non ne produrranno più per anni. Se non c'è prodotto sul mercato, è chiaro che i prezzi vanno alle stelle».
I problemi dei produttori
Sicolo ha infine posto l'attenzione sulle problematiche che i produttori si trovano costantemente a fronteggiare:«Le nostre aziende devono fare anche un utile - ha sottolineato - A volte si parla della grande distribuzione, dell'industria e non si tiene conto dei costi di produzione dei produttori».
«Ma se io produttore - ha proseguito il presidente di Italia Olivicola - non solo di olio ma anche di grano e quant'altro, non guadagno quanto necessario per fare vivere la mia famiglia, non vado più a lavorare nei terreni. Nell'olivicoltura non c'è ricambio generazionale per questo motivo, l'olivicoltura non rende, i giovani preferiscono puntare più su ortofrutta o vigneti, in cui non hanno neanche la concorrenza di queste miscele di olii che arrivano dall'estero».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout