Nel Nord-Ovest tornano, infatti, ad aumentare i fallimenti e le liquidazioni volontarie, che crescono anche nel Centro: si allungano, per la prima volta dopo 5 anni, i tempi di pagamento (anche per le Pmi industriali) e aumentano le società che pagano le loro fatture con più di due mesi di ritardo, con situazioni di maggiori difficoltà nel Lazio e in Umbria.
E' quanto si evince dalla quarta edizione del Rapporto Pmi Centro-Nord, curato da Confindustria e Cerved, che ha analizzato i conti e le prospettive a breve e medio termine delle Pmi di capitali (tra 10 e 250 addetti) che operano nelle regioni più sviluppate del Paese. Un gruppo rappresentativo, che vanta oltre 122 mila imprese: l’80% del totale delle imprese di capitali italiane di quelle dimensioni. 51 mila Pmi sono localizzate nel Nord-Ovest, oltre 39 mila nel Nord-Est e circa 32 mila nelle regioni del Centro. Con oltre 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, queste imprese valgono oltre il 10% del PIL italiano.
Le stime sull’andamento dei principali indicatori di bilancio per il 2018 confermano la frenata: in tutte le aree monitorate, rallenta significativamente la crescita del fatturato, del valore aggiunto, del MOL. Tale frenata rischia peraltro di non essere di breve durata. Secondo le previsioni di Confindustria e Cerved, nel 2019 la crescita di fatturato e valore aggiunto delle Pmi analizzate dovrebbe dimezzarsi, con conseguenze evidenti sulla redditività: i margini dovrebbero crescere con tassi intorno all’1% e la redditività netta tornerebbe a contrarsi. Solo nel 2020 è prevista una debole ripresa degli indici.
In questo quadro di crescente debolezza congiunturale, il rapporto approfondisce tre possibili percorsi per il recupero di livelli più elevati di competitività: la capitalizzazione e la crescita dimensionale; l’apertura del capitale aziendale; la propensione all’esportazione. Ricette che sembrano particolarmente indicate per le imprese familiari, che costituiscono tuttora (con 100 mila imprese su 150 mila) la tipologia d’impresa prevalente, anche nelle regioni del Centro-Nord.
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