Confindustria-Cerved: brusca frenata per le Pmi nel 2019

Confindustria-Cerved: brusca frenata per le Pmi nel 2019
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Venerdì 12 Aprile 2019, 17:19
Per le Piccole e medie impre del Centro Nord il ritorno ai livelli precrisi (2007) è cosa fata.  Nord-Ovest e Nord-Est hanno ormai recuperato il numero di imprese attive prima del 2007, mentre il Centro è ormai vicino a quella simbolica soglia. Al recupero ha contribuito una natalità d’impresa rafforzatasi a partire dal 2013, e che ha visto nascere, nel 2017, 62 mila nuove imprese nel Centro-Nord, in gran parte micro imprese da 1 a 9 addetti. Ricavi, utili, redditività, debiti finanziari: sono tutti indicatori in forte miglioramento fino al 2017. Ma negli ultimi mesi del 2018 si sono manifestati i primi, significativi campanelli di allarme per le Pmi del Centro-Nord, peraltro in maniera non uniforme sul territorio.
Nel Nord-Ovest tornano, infatti, ad aumentare i fallimenti e le liquidazioni volontarie, che crescono anche nel Centro: si allungano, per la prima volta dopo 5 anni, i tempi di pagamento (anche per le Pmi industriali) e aumentano le società che pagano le loro fatture con più di due mesi di ritardo, con situazioni di maggiori difficoltà nel Lazio e in Umbria. 

 E'  quanto si evince dalla quarta edizione del Rapporto Pmi Centro-Nord, curato da Confindustria e Cerved, che ha analizzato i conti  e le prospettive a breve e medio termine delle Pmi di capitali (tra 10 e 250 addetti) che operano nelle regioni più sviluppate del Paese. Un gruppo rappresentativo, che vanta oltre 122 mila imprese: l’80% del totale delle imprese di capitali italiane di quelle dimensioni. 51 mila Pmi sono localizzate nel Nord-Ovest, oltre 39 mila nel Nord-Est e circa 32 mila nelle regioni del Centro. Con oltre 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, queste imprese valgono oltre il 10% del PIL italiano.

Le stime sull’andamento dei principali indicatori di bilancio per il 2018 confermano la frenata: in tutte le aree monitorate, rallenta significativamente la crescita del fatturato, del valore aggiunto, del MOL. Tale frenata rischia peraltro di non essere di breve durata. Secondo le previsioni di Confindustria e Cerved, nel 2019 la crescita di fatturato e valore aggiunto delle Pmi analizzate dovrebbe dimezzarsi, con conseguenze evidenti sulla redditività: i margini dovrebbero crescere con tassi intorno all’1% e la redditività netta tornerebbe a contrarsi. Solo nel 2020 è prevista una debole ripresa degli indici.
In questo quadro di crescente debolezza congiunturale, il rapporto approfondisce tre possibili percorsi per il recupero di livelli più elevati di competitività: la capitalizzazione e la crescita dimensionale; l’apertura del capitale aziendale; la propensione all’esportazione. Ricette che sembrano particolarmente indicate per le imprese familiari, che costituiscono tuttora (con 100 mila imprese su 150 mila) la tipologia d’impresa prevalente, anche nelle regioni del Centro-Nord.
 
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