Pensioni, contributi: più facile unificarli se pagati da enti diversi. Tasso di rivalutazione scende

Niente oneri in cambio di una lieve riduzione dell’assegno

Pensioni, contributi: più facile unificarli se pagati denti diversi. Tasso di rivalutazione scende
di Luca Cifoni
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Giovedì 18 Maggio 2023, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 09:17

Ricongiunzione dei contributi più facile in particolare per i professionisti iscritti alle casse private. Alcune norme, inserite in un primo tempo nelle bozze del decreto lavoro approvato a inizio mese e poi “transitate” nel disegno di legge a cui il governo sta tuttora lavorando, intervengono sotto diversi aspetti sulle regole attuali.

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Pensioni, più facile unificare i contributi

Con due principali risultati: permettere ai lavoratori di ridurre l’onere necessario per accedere alla pensione, accettando però una riduzione del trattamento relativo agli anni “trasferiti” e poi sciogliere il nodo dei pensionandi che finora non riuscivano a sfruttare gli anni maturati nella gestione separata dell’Inps, quella alla quale versano i cosiddetti “parasubordinati” (ad esempio titolari di collaborazioni coordinate e continuative e professionisti che non versano alle casse).


LA PROCEDURA
La ricongiunzione è la procedura con cui il lavoratore può richiedere il trasferimento presso l’ente di previdenza a cui è iscritto dei contributi versati in precedenza a un’altra gestione.

La ricongiunzione è normalmente onerosa per gli interessati e si affianca ad altre modalità, come il cumulo e la totalizzazione, con le quali è possibile unire “pezzi” diversi di carriera. La principale novità in arrivo riguarda il tasso del 4,5 per cento fissato dalla legge per la rivalutazione dei contributi trasferiti. Un livello che nonostante la fase di inflazione in corso viene considerato fuori mercato e troppo oneroso. Con le correzioni previste sarebbe sostituito dalla media quinquennale del tasso di crescita del Pil, ovvero il rendimento utilizzato nell’ambito del sistema contributivo per la rivalutazione del “montante” maturato: negli anni scorsi è stato pari all’1-2 per cento, scendendo anche in prossimità dello zero nei periodi particolarmente influenzati dalle recessioni dello scorso decennio.

Di fatto quindi per gli anni oggetto di ricongiunzione verrebbe utilizzato il metodo di calcolo contributivo: l’assegno sarebbe legato ai contributi versati e gli interessati non dovrebbero integrare a proprie spese il costo della prestazione. Potrebbero quindi utilizzare quegli anni per la propria pensione, con la contropartita di un importo un po’ meno generoso per una parte di essa. L’articolo del disegno di legge specifica poi esplicitamente che la ricongiunzione può riguardare anche i periodi nella gestione separata: interpretazione finora non accettata dall’Inps, nonostante alcune sentenze della Corte di Cassazione. 


IL COMMENTO
«Il testo presente in alcune bozze circolate avrebbe superato l’attuale posizione dell’Inps in merito alla ricongiunzione della gestione separata, pur se alcuni nostri iscritti avevano già ottenuto questo risultato per via giudiziaria - ha commentato Stefano Distilli, presidente della Cassa Dottori Commercialisti - sicuramente questa modifica agevolerebbe la ricostituzione del proprio percorso pensionistico in un’unica gestione in quanto comporterebbe l’azzeramento degli oneri a carico dei lavoratori, limitandosi a trasferire i soli montanti relativi ai contributi già versati nelle singole gestioni».
 

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