La principale causa è rappresentata dal calo degli ordinativi del 2020, che si ripercuote sull'anno in corso, oltre all'incertezza che pervade il Paese intero riguardo al futuro dell'economia e della società nella seconda parte del 2021. "Siamo certamente soddisfatti - ha dichiarato il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli - dell'andamento dei primi sei mesi dell'anno, che va oltre le nostre aspettative. Nonostante ciò, occorre tenere in considerazione alcune criticità. Prima tra tutte, l'aumento del costo delle materie prime e la difficoltà nel reperirle, che può inficiare la ripresa innescata nel corso del primo semestre, causando un calo della produzione, rischi sulla marginalità e ritardi nelle consegne". A confronto con i valori pre-Covid, il 59,2% del campione prevede addirittura una crescita del fatturato rispetto al 2019, in molti casi maggiore o uguale al +5%. "In questo momento - prosegue Nocivelli - non mancano gli ordini, ma manca la disponibilità di materie prime e semilavorati. Non è da escludere che, senza questa difficoltà, l'incremento di fatturato sarebbe stato maggiore in termini percentuali".
Ancora molte, invece, le aziende della meccanica che non vedono margini di ripresa fino al 2022-2023: per il 21% del campione, i risultati del primo semestre lasciano presagire perdite superiori al -5% nel 2021, rispetto al fatturato del 2019. Un dato che evidenzia come le prospettive di ripresa non riguardino in modo omogeneo tutte le aziende dell'industria meccanica, con risultati anche notevolmente diversi tra i comparti. Un esempio, il settore HoReCa, che ancora sconta in maniera tangibile gli impatti della crisi pandemica e necessita quindi di piu' solidi stimoli per la ripresa.
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