Agli imprenditori, spiega, "preme" "lavorare sul Pil potenziale e la crescita del Paese" e non "prendere in tanto micro-decisioni e spostare tutto avanti di tre mesi", certo "è un bene che si sia tenuta la barra dritta sulla finanza pubblica". La fine del reddito di cittadinanza "è un annuncio. Si è preso tempo senza dire come intervenire per alzare l'occupabilità" mentre "sul cuneo non si fa un intervento decisivo - aggiunge -. Il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi. Poco più di nulla. Serviva un taglio energico".
"Il governo ha i numeri per affrontare le sfide che ci attendono, l'inflazione, la guerra, le materie prime scarse, i tassi in salita, la riforma del Patto di stabilità. Non è facile ma l'ingovernabilità non è nell'interesse del Paese" per questo "è necessario sedersi al tavolo insieme e ragionare" su un patto per l'Italia figlio della concertazione più larga, dice il numero uno degli Industriali. "Spero che il presidente del Consiglio mantenga quanto ha ribadito anche ieri e stimoli un confronto più approfondito fra tutte le parti. Un suo tratto caratteristico è l'essere coerente e mantenere la parola", sottolinea.
Sul rischio di un autunno ricco di proteste "Se annunci la riforma del reddito di cittadinanza senza dire come, è ovvio che chi vuole fomentare tensioni sociali scende in piazza", conclude Bonomi.
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