Gioco del Lotto, via alla gara: l’incasso può finanziare la riduzione delle tasse

Per accelerare i tempi il bando sarà inserito nel decreto di riordino dei giochi online

Gioco del Lotto, via alla gara: l’incasso può finanziare la riduzione delle tasse
di Andrea Bassi
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 00:02

La seconda volta dovrebbe essere quella buona. Il gioco del Lotto andrà a gara e l’incasso, questa è la vera novità, dovrebbe essere interamente destinato al taglio delle tasse. Già nella scorsa manovra il governo aveva provato ad “anticipare” la gara per assegnare la concessione che scade a novembre del 2025 e che oggi è gestita da IgT, società del gruppo De Agostini. Ma poi Palazzo Chigi aveva deciso di rimandare la decisione per non legare la prima vera manovra del governo Meloni al comparto dei giochi. Adesso però, il tempo inizia a stringere, e per evitare la necessità di una proroga della concessione, i motori della gara devono essere avviati.

LE ALTERNATIVE

Il veicolo individuato è il decreto legislativo di riordino del gioco on line dove, non senza qualche forzatura, la gara del Lotto dovrebbe essere inserita.

A chiederlo sono state le Commissioni Parlamentari Bilancio e Finanze della Camera e la sola commissione Bilancio del Senato. Manca, dunque, ancora il parere dell’ultima Commissione, la Finanze di Palazzo Madama. Cosa hanno chiesto fino ad oggi le Commissioni? Primo: che il Lotto venga messo subito a gara, siccome sono necessari 18 mesi per concludere la procedura di assegnazione. Secondo: che dalla gara il governo incassi «almeno» un miliardo di euro. E terzo, che i proventi incassati siano destinati al fondo per l’attuazione della delega fiscale, il cosiddetto “fondo taglia-tasse”. Ma perché è stata necessaria questa precisazione? Al Tesoro si è discusso, e ancora si discute, di quale possa essere la migliore destinazione dei soldi che saranno incassati con la gara. 

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Le alternative sono sostanzialmente due: il taglio delle tasse o la riduzione del debito pubblico. La prima linea, portata avanti dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, sembra essere per ora quella vincente. 
La seconda è spinta soprattutto dagli uffici del Tesoro che, come previsto dalla Nadef, devono trovare 20 miliardi nei prossimi tre anni per ridurre il debito pubblico. Un impegno da rispettare soprattutto per non innervosire i mercati. Anche Leo, ovviamente, ha il suo bel daffare per racimolare i 4 miliardi di euro necessari a confermare nel 2025 il taglio dell’Irpef oltre a nuove risorse per proseguire nel percorso di riduzione fiscale. La partita, pure se la bilancia sembra pendere a favore di Leo, non sembra del tutto chiusa. Manca infatti come detto, il parere della Commissione finanze del Senato, quella presieduta dal leghista (molto vicino al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti) Massimo Garavaglia. La Commissione avrebbe dovuto esprimere il parere entro il 22 febbraio, ma ha chiesto al governo un tempo extra per approfondire la questione della gara del Lotto. Martedì prossimo saranno ascoltati il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse, e i rappresentanti di IgT.

IL PASSAGGIO

L’altro punto sarà riuscire a rispettare la richiesta arrivata dal Parlamento di un incasso di almeno un miliardo. Nella manovra si era ipotizzata una competizione che partisse da un’offerta base di 850-900 milioni confermando l’aggio attuale del 6 per cento. Tra la “una tantum” pagata dal concessionario e l’aggio c’è una correlazione diretta, più è alto l’aggio più lo Stato incassa come “anticipo”. Se invece si vuole ridurre l’aggio, l’incasso immediato per lo Stato è probabile che sia più basso. Intanto, sempre sul fronte giochi, c’è stata la prima riunione del tavolo del ministero dell’Economia per valutare la proposta delle Regioni di ottenere una quota del 5 per cento dei proventi delle slot e delle Vlt. Una mossa che dovrebbe servire ad ammorbidire la posizione delle Regioni sul cosiddetto “distanziometro”, il parametro di distanza minima delle sale da punti sensibili come chiese, ospedali e scuole. Un confronto che, però, appare ancora alle battute iniziali.

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